VASTO - "Sono passati quasi sei anni da quel terribile 2 Agosto del 2019. Luogo dell’evento il carcere di Ariano Irpino; gesto compiuto: salvataggio da morte certa di un detenuto e salvataggio di molti altri da intossicazione da fumi sprigionatisi dall’incendio appiccato dal detenuto potenziale suicida. Possibili conseguenze: gravi danni se non rischio di morte da parte dell’agente intervenuto in soccorso.L’eroe di turno è l’assistente capo coordinatore di Polizia Penitenziaria Fausto Varricchio oggi in servizio nel carcere di contrada Sinello a Vasto. È dai più conosciuto con lo pseudonimo “il gigante” per via della sua imponente impostazione fisica. Qualcun altro lo chiama invece con il termine “manolo” per via delle mani grandi dallo stesso possedute. Di grande però Varricchio possiede soprattutto il cuore visto che la sua propensione a far del bene ha superato e alla grande, a livello di fama, i confini di Vasto.
Tutti, colleghi, conoscenti e amici ne riconoscono l’elevato valore umano. Finanche i detenuti dallo stesso tenuti in custodia ne hanno voluto risaltare le gesta tanto da aver portato questi ultimi a scrivere una lettera ad un alto dirigente dell’Amministrazione.
“… A tal proposito, teniamo ad attirare la sua attenzione e renderle noto su quanto accaduto il 2 agosto 2019, nella Casa Circondariale di Ariano Irpino, presso la sezione 5^sezione del padiglione A, dove era ubicato un nostro compagno A.R. che da qualche giorno era stato spostato in un’altra sezione per rimanere da solo in cella con propositi diversi tanto è vero che appiccò il fuoco nella sua cella per togliersi la vita. Solo grazie all’intervento dell’Assistente Varricchio Fausto il quale ha evitato il peggio salvando il nostro compagno dalle fiamme che l’avvolgevano evitando una drammatica fine ed evacuando la 5^ e 6^ sezione nel frattempo riempitesi di fumo aprendo le celle e mettendo così in sicurezza le persone da un’intossicazione. Il nostro compagno ha riportato gravi ustioni ed è salvo grazie al gesto eroico di Varricchio anch’egli uscito ustionato ed intossicato dai fumi. Tutti noi lo ringraziamo di vero cuore per il soccorso encomiabile mettendo a rischio la propria vita pur di salvare quella di un detenuto e di tanti altri da una intossicazione…..”
Recita così lo stralcio tirato fuori dalla lettera inviata dai detenuti dell’istituto penitenziario di Ariano Irpino al summenzionato dirigente.
I colleghi per quel fatto chiesero un riconoscimento per Varricchio che però non è mai arrivato o quanto meno non ancora risulta deliberato dalla Commissione Ricompense del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Quello che è giusto risaltare è che Fausto Varricchio ha messo a rischio la propria vita considerato anche che gli idranti non funzionavano e per difendersi dal calore Varricchio si era fatto buttare dei secchi di acqua addosso dai detenuti. Il tutto aggravato dal fatto che Il detenuto non collaborava perché privo di sensi obbligando così Varricchio a liberare dapprima l’accesso dal barricamento al quale si era posto il detenuto salvo poi fare il suo accesso in cella. Per questo fatto sono giunti i ringraziamenti da parte dei familiari del detenuto per il salvataggio del proprio congiunto.
Varricchio, c’è da dirlo, non è nuovo a questo tipo di impresa. In passato aveva già salvato la vita ad un altro detenuto e si è distinto nel sedare rivolte, contrastare l’introduzione di droga e rinvenire telefoni cellulari in uso ai detenuti.
Se non è un eroe lui chi sennò?"
( A cura di Mauro Nardella Vice Segretario Generale SPP)
Nella foto Fausto Varricchio
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