SULMONA - "L’hanno ribattezzato carcere dei suicidi solo che nel prossimo futuro il suicidio che si produrrebbe qualora non si facesse presto qualcosa avrebbe carattere prettamente amministrativo. Se non si sta attenti a ciò che accadrà attorno all’apertura del nuovo padiglione di Sullmona si rischierà di parlare solo di notizie nefaste dal fronte carcerario.Si è tanto e giustamente parlato degli organici e della logistica legati all’Area Sicurezza. Ben 100 agenti in meno e una struttura privata dei fondamenti legittimanti a renderla regolamentare dal punto di vista dell’Ordinamento Penitenziario rappresentano da sempre una mostruosa incognita nella gestione futura del carcere peligno che sarà fatta di 200 detenuti potenziali in più rispetto ai 450 attuali.
Quello che non è stato ulteriormente considerato, infatti, è ciò che ruota attorno all’elemento sanitario dell’istituto peligno.
L’Area Sanitaria del presidio penitenziario sulmonese già vive una condizione al limite della sopportazione costretta così com’è a fare miracoli per via di un organico non sufficiente a soddisfare l’esigenza dei tantissimi detenuti presenti nella struttura, molti dei quali con gravi patologie e non sempre circoscritte alla tarda età ( moltissimi sono gli ergastolani ultrasettantenni ma non pochi sono i detenuti di giovane età già falcidiati da importanti malattie).
Mancano non solo risorse umane in questo ambito.
Ciò che non viene garantito è un apparato logistico sia interno che esterno capace di sopportarne il peso.
Se qualcosa non accadrà in tema di rinforzo di organici e tra questi sono da considerare i già rari medici, il supporto dei preziosi infermieri e la copertura di quello facente capo agli OSS, e se non si adeguerà un ospedale qual è quello cittadino incapace di reggere i ritmi di un carcere così importante, ci ritroveremmo di fronte ad un autentico disastro.
Mancano troppe cose per dirsi sicuri dal non essere coinvolti in un totale collasso.
Nei prossimi giorni scriverò al presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e all’Assessore alla Sanità Nicoletta Verì affinchè prendino urgentemente in mano la situazione ergendosi a paladini di una situazione che qualora dovesse saltare non li lascerebbero fuori in quanto a responsabilità soggettive.
Ci si dovrà e subito muovere intanto rinforzando la sanità interna del carcere senza, però, sottovalutare il fatto che non farlo anche sulla logistica esterna sarebbe altamente pericoloso e improduttivo.
A tal proposito, si resta ancora in attesa circa segnali provenienti dal fronte del presidio penitenziario in quel dell’Ospedale Civile di Pescara laddove insiste un reparto capace di soddisfare i piantonamenti ospedalieri di tutta la Regione Abruzzo. Insomma si faccia qualcosa prima di raccontare di disfattismo".
- Così il Vice Segretario Generale SPP Mauro Nardella -
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