L'AQUILA - "Con grande tristezza apprendo la notizia della scomparsa di padre Quirino Salomone (Taranta Peligna, 8 giugno 1938 – L’Aquila, 5 novembre 2024), seguita agli anni del male contro il quale con coraggio aveva combattuto. E se per un verso per la lunga consuetudine di amicizia avverto il dolore della sua morte, dall’altro mi sovviene la serenità che egli ha avuto nel vivere i suoi giorni, ogni suo giorno, dedicandosi agli ultimi, a chiunque avesse bisogno, in quel particolare mondo di umanità e fraternità che egli aveva fatto nascere con la Fraterna Tau e il Movimento Celestiniano, dapprima in via dei Giardini poi a piazza d’Armi. Un’opera di grande valore sociale, che ha dato i suoi frutti di solidarietà specialmente negli anni seguiti al terremoto del 2009 e alle crisi di lavoro che accompagnano questi nostri difficili anni, con la cura e la discrezione che San Paolo richiama, parlando della Carità, nella prima lettera ai Corinzi (3, 1-13). Accanto a questi meriti, propri del suo prezioso impegno di sacerdote e di guida spirituale, non posso tralasciare il ricordo di quanto egli ha fatto per L’Aquila, la nostra città, in campo sociale e culturale. A cominciare dalla sua passione per la musica e per l’insegnamento che egli portò nelle scuole primarie, applicando il metodo Orff, avvicinando tanti bambini alla musica e al canto corale. Ma il merito più rilevante, almeno a mio parere, è quello che da rettore della Basilica di Collemaggio egli ebbe nel riaccendere l’attenzione degli Aquilani su Celestino V e la Perdonanza.
Occorre infatti ricordare che fino allo scadere degli anni Settanta, dopo secoli di splendore, verso la Perdonanza per decenni c’era stato disinteresse e scarsa attenzione, quasi un appannamento della memoria collettiva degli aquilani. Tanto che l’antico giubileo celestiniano s’era ridotto a tradizione da strapaese, con una semplice celebrazione religiosa vespertina, il 28 agosto, cui seguiva una sciatta benedizione di automobili davanti la Basilica di Collemaggio. Solo all’inizio degli anni Ottanta padre Quirino aveva meritoriamente avviato un recupero di attenzione e solennità intorno alla figura di San Pietro Celestino e al messaggio universale di perdono del giubileo aquilano, con le iniziative del Fuoco del Morrone e della Campestrina della Perdonanza, prologo della nascita qualche anno più avanti del Centro Celestiniano. Infatti il 28 agosto del 1981, dopo l’arrivo del Fuoco del Morrone a Collemaggio, il Cardinale aquilano Corrado Bafile aveva aperto la Porta Santa. Oltre alla Messa Solenne del 28 e alla veglia di preghiera, nella giornata del 29 si svolsero per la prima volta eventi musicali nella splendida Sala Celestiniana nell’abbazia adiacente alla basilica.
Il sindaco Tullio de Rubeis, che già molto conosceva e stimava padre Quirino quand’era direttore dell’Ospedale Psichiatrico di Collemaggio e il frate Cappellano, assecondò quelle iniziative. Ma la grande intuizione di don Tullio fu quella di promuovere un forte investimento culturale e civile nella “rivitalizzazione” della Perdonanza, consapevole che l’evento portava con sé valori religiosi e civili talmente unici e così intimamente legati alla storia della città per i quali valeva la pena di mettere in campo un grande progetto pluriennale di valorizzazione. Che infatti avviò nel all’inizio del 1983, con un progetto affidato ad Errico Centofanti e con la consulenza storica affidata al prof. Alessandro Clementi, a padre Giacinto Marinangeli e Walter Capezzali, e per gli aspetti religiosi a Mons. Virgilio Pastorelli vicario generale dell’Arcivescovo Carlo Martini, e allo stesso padre Quirino.
Tutto ciò che è avvenuto nei 40 anni successivi, fino al riconoscimento dell’Unesco della Perdonanza bene immateriale dell’Umanità e della straordinaria visita pastorale di Papa Francesco alla Perdonanza del 2022, ha i suoi prodromi nella richiamata opera di padre Quirino all’inizio degli anni ‘80 del secolo scorso. Continuata poi nella fondazione del Centro Studi Celestiniani, che diede un impulso rilevante nell’esegesi storica di Pietro del Morrone e dell’ordine dei Celestini, con importanti convegni di studiosi, tra essi Raoul Manselli ed Edith Pasztor, ma anche Peter Herde e Sandro Sticca. Per questo assiduo e appassionato contributo culturale, oltre a quello di guida spirituale, padre Quirino merita di essere ricordato, con gratitudine, da tutti gli aquilani."
Goffredo Palmerini
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