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venerdì 1 dicembre 2023

"SI TENTA DI RISCUOTERE NEL 2023 L’ICI DEL 2005"

ROMA - Nel diritto tributario un settore che potrei definire  di nicchia, ma di notevole importanza per le casse dello Stato e degli altri enti impositori è rappresentato dalla riscossione. Infatti, tutti gli sforzi dei soggetti preposti a debellare l’evasione fiscale,  sono vani se poi, per dirla semplicemente, non si incassa.Le somme non riscosse dalla sola  Agenzia entrate riscossione nell’aprile del 2022 superavano  1.100 miliardi di euro. Poi ci sono le altre società di riscossione e l’importo aumenta sensibilmente.La riscossione dei tributi è ancora oggi sottovalutata. Non si trova  un rimedio. Il legislatore ogni qualvolta decide di fare la “rottamazione delle cartelle”, in questi giorni si ventila la possibilità di proroga della quater, prende atto della propria incapacità a riscuotere ciò che pure gli sarebbe dovuto. Tutto questo per arrivare a dire che le procedure previste per la riscossione sono molto dettagliate. Tuttavia, in certi  casi, le norme vengono aggirate, forzate, disattese dalle società che legittimamente si occupano della riscossione dei tributi Mi riferisco ad Agenzia entrate riscossione e ad atre società private del settore controllate dal Dipartimento delle Finanze;  senza trascurare le società non iscritte nell’apposito Albo e quelle di recupero crediti che di fatto non hanno alcun controllo.  Per queste ultime accade che richiedono, ai contribuenti presunti morosi,  compensi eccessivi o addirittura non dovuti.




Tutta questa premessa per semplicemente riflettere su un fatto reale.
Intimazione di pagamento notificata, tramite raccomandata a. r. intorno al 20 novembre. La società di riscossione  chiede al contribuente  il pagamento, entro cinque giorni, di circa € 22,00 per un ICI,    pensate, del 2005 per la quale sarebbe stata notificata una cartella di pagamento nel 2012.  Ebbene, anche chi non si occupa di riscossione si renderà conto che  è trascorso troppo tempo; che ci sono termini di prescrizione e decadenza; che volendo tentare di verificare se si ritrova una ricevuta o  una cartella, comunque i cinque giorni non sarebbero sufficiente. E allora ? La cifra  è modesta, si potrebbe pagare, ma, tali fatti, anche se  si spera isolati, peggiorano il rapporto tra contribuenti, enti impositori e società di riscossione. E se di intimazioni così ne girassero tante ? potremmo definirle pazze come le cartelle? oppure potrebbero diventare "stufi" coloro che ricevono queste richieste e magari devono perdere anche tempo per  il ritiro della raccomandata? F.S.

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