Per gli orsi, gli spostamenti, e con essi le esigenze di conservazione e di gestione, richiedono capacità di vedere e pensare oltre i confini amministrativi, che siano del Parco o della Riserva, tutti concetti superati dall'indole del plantigrado, abituato a muoversi in cerca di cibo e di luoghi sicuri, senza troppo chiedersi quali e quanti confini amministrativi debba attraversare. Abitudini che richiedono agli uomini di organizzarsi affinché tra confini amministrativi diversi ci sia sinergia e la stessa capacità di gestione.
La cattura di Barbara è il frutto, l'ennesimo, di una buona sinergia tra alcuni dei principali Enti preposti allatutela ed alla conservazione dell'orso marsicano su scala vasta, pensata, organizzata, e realizzata tra i tecnici del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che hanno gestito la cattura e l'applicazione del radiocollare, in collaborazione con i tecnici della Riserva, che hanno rilevato la presenza dell'orsa e l'hanno monitorata nelle settimane antecedenti.
Una sinergia che ha portato frutti e che rappresenta solo uno dei risultati dell'intensa e proficua attività di collaborazione tecnico-istituzionale che gli Enti hanno messo in campo, a partire dalla sottoscrizione della Carta del Genzana (PNALM, Parco Maiella, Riserva Monte Genzana e Legambiente). Una collaborazione che si è sviluppata con la Rete di Monitoraggio dell'Orso bruno marsicano in Abruzzo e Molise; la diffusione capillare di sistemi di prevenzione dei danni; la creazione di gruppi di intervento; il coordinamento delle ricerche scientifiche; la realizzazione del progetto life Bear Smart Corridors, che coinvolge anche altre associazioni (Rewilding Europe, Rewilding Apennines, Salviamo l’Orso) e aree protette (Parco regionale Sirente Velino e Parco nazionale del Gran Sasso).
Un sistema di supporto vicendevole e duraturo che mira a consolidare le condizioni migliori possibili per lasopravvivenza dell'orso in un areale che, finalmente, sembra essere in graduale espansione".
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