Sulla questione, della quale si è occupato anche lo Studio Di Pardo, lo stesso che ha rilevato anche l’importanza della riforma del codice degli appalti in particolar modo su questo caso. L’avvocato Salvatore Di Pardo, ha così spiegato: “In buona sostanza, l’effetto principale della riforma è quello di ridurre considerevolmente le possibilità di ottenere una sospensione degli atti impugnati, anche ove la mancata sospensione possa impedire definitivamente al ricorrente di accedere al finanziamento”.
E aggiunge: “Del resto, la concessione della misura cautelare viene ora subordinata ad una rigorosa verifica da parte del giudice, che deve risultare dalla motivazione del provvedimento”.
“Inoltre – spiega l’Avvocato – anche ove l’istanza cautelare venga accolta, se il Giudice non è in grado di fissare l’udienza di merito entro il brevissimo termine di 30 giorni, viene automaticamente meno l’effetto della sospensione, con evidente lesione dei diritti del ricorrente, seppur fondati”.
“In definitiva, dalla scelta legislativa traspare con evidenza la volontà di privilegiare l’esecuzione degli interventi finanziati con le risorse del PNRR, anche al costo di sacrificare le (legittime) esigenze di tutela di chi contesta gli atti della procedura”, ha concluso l’Avvocato Di Pardo.
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