SULMONA - "Anche Sulmona, dopo Sutri, avrà una via intitolata a Giorgio Almirante? La domanda non è del tutto fuori luogo dopo che Vittorio Sgarbi ha annunciato di voler correre, con una propria lista, nelle prossime elezioni comunali di Sulmona.Il 1° ottobre 2018 Sgarbi ha inaugurato a Sutri, nella sua qualità di sindaco, una nuova via intitolata al politico fascista. Giorgia Meloni, presente all’inaugurazione, ha ringraziato Sgarbi “per questa importante iniziativa” e ha definito Almirante “uomo integro e patriota”. Per la nostra città, medaglia d’argento della Resistenza, sarebbe davvero un “regalo” sorprendente. Per gli immemori forse è il caso di ricordare chi è stato Giorgio Almirante. Tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano, si è distinto per la sua fede fascista quando era segretario di redazione de La difesa della razza nei fulgenti anni del regime.
Sulla stessa rivista nel 1942 scrisse che “Il razzismo deve essere cibo di tutti e per tutti (…) altrimenti finiremmo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei”. Nel 1973 Almirante si felicitò con Augusto Pinochet per il colpo di stato in Cile contro Allende e venne pubblicamente ringraziato dal generale golpista. Ma il suo nome resta legato in modo indelebile al “manifesto della morte” (così veniva chiamato dalla gente) firmato da Almirante quando era capo di gabinetto del ministro della Cultura popolare Ferdinando Mezzasoma. Il manifesto, datato 17 maggio 1944 anno XXII e intitolato Prefettura di Grosseto, era rivolto agli “sbandati” e agli “appartenenti alle bande”, come erano appellati i partigiani.Questo il testo: “Gli sbandati e gli appartenenti alle bande dovranno presentarsi a tutti i posti Militari e di Polizia Italiani e Germanici entro le ore 24 del 23 maggio. Tutti coloro che non si saranno presentati saranno considerati fuorilegge e passati per le armi mediante fucilazione nella schiena. Vi preghiamo curare immediatamente affinché testo venga affisso tutti i Comuni vostra Provincia. P. il Ministro Mezzasoma – Capo Gabinetto Giorgio Almirante”. Almirante nel 1971 querelò i giornali Il Manifesto e l’Unità che avevano pubblicato il bando, accusando le due testate di falso. Ma il processo si concluse con il riconoscimento di autenticità del manifesto e Almirante venne condannato a pagare le spese processuali. Una delle conseguenze del bando fu l’eccidio di 83 minatori, il 13 e 14 giugno 1944, ad opera delle SS naziste e di fascisti italiani.
In allegato: la foto del manifesto firmato da Almirante e la foto dell’inaugurazione di via Giorgio Almirante a Sutri, il 1° ottobre 2018 con Vittorio Sgarbi e Giorgia Meloni.
Associazione Un Solo Pianeta
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