La Snam, al contrario, ha sempre sostenuto che la Linea Adriatica è necessaria al nostro Paese “ per incrementare il contributo di gas naturale al bilancio energetico nazionale”, anche perché “in futuro la nostra rete di trasporto potrebbe risultare congestionata”. Ma a smentire la Snam bastano pochi dati : il consumo di metano in Italia ha raggiunto il suo picco massimo nel 2005 con 86 miliardi di metri cubi; nel 2020 il consumo è stato inferiore ai 71 miliardi di metri cubi e nel 2030 il PNIEC (Piano nazionale energia e clima) stima che il consumo scenderà a 60 miliardi di metri cubi. C’è da aggiungere che nel 2005, anno di maggior consumo, la rete di trasporto aveva, rispetto ad oggi, 1250 km in meno e due centrali di compressione in meno.
Nelle sue controdeduzioni la Snam non obietta nulla rispetto a quanto sostenuto dall’ENI sulla inutilità dell’opera per il nostro Paese. Per di più essa conferma che l’opera sarà pagata in bolletta dai cittadini italiani, salvo in futuro una contribuzione da parte di utilizzatori stranieri, scrive la Snam, nella “eventuale attivazione di flussi di esportazione verso altri Paesi”. Una eventualità, questa, pressochè nulla, perché gli altri Paesi europei non stanno di certo ad aspettare il gas dall’Italia, avendo già provveduto ad approvvigionarsi da altre fonti (basti pensare ai due nuovi grandi gasdotti Nord Stream che dalla Russia arrivano in Germania); inoltre tutte le previsioni danno in calo i consumi di gas non solo per l’Italia ma anche per il continente europeo. Oggi il consumo in Europa è di circa 490 miliardi di metri cubi; per il 2030 il gruppo ENTSOG (espressione delle multinazionali del settore) prevede consumi intorno ai 380 miliardi di metri cubi. Va inoltre tenuto presente che le esportazioni di metano dall’Italia verso l’estero sono sempre state irrilevanti, non avendo mai superato il mezzo miliardo di metri cubi l’anno.
Anche l’Anigas, l’associazione delle imprese aderenti a Confindustria che si occupano della distribuzione del metano, solleva molti dubbi in merito alla Linea Adriatica, per le stesse ragioni addotte dall’ENI.
In tutta questa vicenda ci sarebbe una sola certezza : che a pagare le scelte sciagurate della Snam, compiute con l’avallo dei governanti, dovremmo essere noi cittadini.
Ma non è affatto detto che finirà così. Aumenteremo il nostro impegno per ottenere la completa cancellazione di un’opera non solo del tutto inutile, ma anche molto dannosa per l’ambiente, per la salute e la sicurezza dei cittadini e per l’economia locale. Stiamo valutando la possibilità di depositare esposti affinchè da un lato si valuti il comportamento di chi, pur di giustificare l’opera, ha fornito informazioni che appaiono non rispondere alla realtà dei fatti e dall’altro per verificare l’operato di quanti continuano ad avallare, con le loro decisioni, il progetto Linea Adriatica. Stiamo valutando, inoltre, possibili iniziative legali per evidenziare quelle che potrebbero rivelarsi comportamenti dannosi per i consumatori italiani, oltre ad esposti alla Corte dei Conti europea e italiana".
Coordinamento No Hub del Gas
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