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mercoledì 18 luglio 2018

PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA:"È FERMA INTENZIONE DELL'ENTE PARCO INTRAPRENDENTE LE NECESSARIE MISURE LEGALI A TUTELA DEL PROPRIO OPERATO E NELL'INTERESSE DI UNA COMUNITÀ"

SULMONA - "L'ente Parco Nazionale della Majella nella persona del suo rappresentante legale Claudio D'Emilio, a nome dell'intero consiglio direttivo, in  relazione  alle notizie divulgate dalla soa a mezzo stampa locale, esprime la propria posizione di condanna reputando false e prive di fondamento la pesante accusa di cementificazione che il redigendo  nuovo Piano del parco vorrebbe licenziare. È ferma intenzione dell'Ente Parco intraprendente le necessarie misure legali a tutela del proprio operato e nell'interesse di una comunità locale che da anni attende una innovazione politica incentrata allo sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni: economica, sociale ed ambientale.
L'ente Parco intende inoltre fare luce sulla sospetta illegittima divulgazione di atti e documenti inerenti l'iter di stesura ed approvazione del nuovo Piano del Parco a soggetti terzi e nel merito dichiara di volerne perseguire i responsabili, secondo le norme di legge, qualora ne ricorrano le dovute condizioni. All'intera comunità e popolazione del parco della Majella l'ente vuole dare la propria rassicurazione sulla bontà del proprio operato che sarà dimostrato nei fatti e nei contenuti".


Claudio D’Emilio

Vice Presidente del Parco Nazionale della Majella

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Comunicato stampa del 16/07/2018

Un destino di costruzioni per il meraviglioso Parco della Majella?

Clamorose bocciature dal Ministero dell'Ambiente sul nuovo Piano ma l'Ente insiste in "direzione cemento".

Delibera del 2016 sospesa più volte per gravissime carenze ed irregolarità su segnalazione delle associazioni.

Ora vogliono insistere per ampliare le zone dove costruire.

Domani riunione del Consiglio direttivo per decidere. Diffida dalla SOA.

E' di nuovo allarme cemento per il Parco nazionale della Majella, addirittura in zone di altissimo valore ambientale e paesaggistico come il Quarto di S.Chiara.
Domani l'Ente Parco nazionale della Majella vuole infatti riapprovare il nuovo Piano del Parco nonostante sia già stato clamorosamente bocciato dal Ministero dell'Ambiente che ha fermato reiteratamente una precedente delibera dallo stesso tenore a fine dicembre 2016.

Un Piano che porterebbe nuovo e tanto cemento in uno dei luoghi più belli del Mediterraneo, quasi raddoppiando le aree D2 dove si può costruire secondo i desiderata dei comuni senza alcun vincolo dal Parco.

La Stazione Ornitologica Abruzzese è venuta a conoscenza poche ore fa che, nonostante un anno e mezzo di lettere durissime dal Ministero dell'Ambiente, il Consiglio direttivo del Parco è stato nuovamente convocato per discutere l'adozione del nuovo Piano del Parco, che è lo strumento operativo centrale di un'area protetta.

Giova ricordare che le associazioni già nel 2016 avevano sollevato forti critiche al parco per contrastare l'iniziativa dell'Ente prima della decisione; il Parco era comunque andato avanti incurante dei rilievi, adottando il Piano il 19 dicembre 2016.

A quel punto alcune associazioni si rivolsero con una dettagliata lettera al Ministero dell'Ambiente, che esercita l'azione di vigilanza sull'operato del Parco della Majella, segnalando molteplici criticità, come la mancanza, clamorosa per un ente parco, della Valutazione Ambientale Strategica e della Valutazione di Incidenza Ambientale, e, soprattutto, il notevole ampliamento delle zone D2 dove far costruire secondo le direttive dei soli piani regolatori comunali.

In comuni come Palena, Caramanico e S.Eufemia le zone D2 sono veramente enormi. Addirittura una vasta area del Quarto di S.Chiara, molto oltre la piccola stazione ferroviaria esistente, è addirittura zonizzata come D2 (e un'area ancora più vasta in zona C).

Ricordiamo ancora le repliche tranquillizzanti dell'Ente Parco nei confronti delle associazioni. Ente che non si è dimostrato altrettanto zelante nel divulgare le durissime lettere ricevute dal Ministero che ha sospeso la validità della Delibera del 19 Dicembre 2016 facendo letteralmente a pezzi sia la procedura seguita sia i contenuti della proposta dando ragione alle associazioni.

Conosciamo le lettere del Ministero solo grazie all'ennesimo accesso agli atti svolto presso il Ministero dalla SOA nelle ultime settimane.

Nelle note il ministero fa proprie inequivocabilmente le criticità denunciate dalla associazioni sulle aree D2: "In tale quadro, occorre che, oltre alla Relazione di Piano, siano prodotti appositi studi che, nel dettaglio, indaghino in merito alla necessità delle modificazioni introdotte alla zonizzazione del Piano vigente; ciò anche in considerazione delle previsioni per l’attività edilizia nelle zone D, la cui estensione è stata aumentata." (neretto nostro; ndr)

E oltre, sull'attività di revisione del Piano "è necessario che siano presentate motivazioni autenticamente coerenti con le finalità perseguite dall’Ente Parco, non potendosi basare una complessiva modifica di un Piano di Parco vigente su sole opportunità amministrativistiche, dovendosi inoltre in proposito rammentare che, come stabilito dal comma 7 dell’art. 12 della legge n.394/91, è il Piano del Parco e non il Piano Regolatore Comunale, a prevalere su ogni altro strumento pianificatorio".

E ancora "In conclusione, si osserva che la documentazione in consultazione risulta carente degli essenziali presupposti conoscitivi in grado di fornire un riscontro documentale e tecnico delle esigenze poste alla base delle attività di aggiornamento prefigurate da codesto Ente Parco e che, in ultima analisi, dovrebbero trovare soluzione nel dispositivo pianificatorio del PPN".

Nella proposta di Piano l'Ente aveva previsto delle aree "bianche" da progettare dopo non si sa su quali basi. In merito a questa scelta il Ministero scrive "L’atto in parola contiene, come già rappresentato nella nota prot. 5618 del 17/3/2017, previsioni relative a cd. “Progetti Speciali", presenti anche nel Piano del Parco e nel Rapporto Preliminare, che cadono in contrasto con l’art. 12 della legge n. 394/91, perché ineriscono contenuti che devono essere definiti compiutamente dal Piano e dal Regolamento del Parco, non rimandabili a successivi atti, intese e/o procedimenti, di competenza esclusiva dell’Ente Parco; in quanto tali, le previsioni al riguardo devono essere stralciate."

Infine "Si ritenga che, per quanto pubblicato, questo Ministero, considerata la carenza di informazioni di carattere metodologico, non può formulare indicazioni rispetto alla validità delle modalità di valutazione ambientale proposte. Si rimanda pertanto ogni considerazione al RA, che dovrà essere opportunamente integrato."

Davanti a questi veri e proprio schiaffi, tra cui quello di aver citato più volte norme abrogate (!) - e dire che era stato dato un incarico oneroso ad un avvocato esterno per predisporre l'elaborato - l'Ente Parco della Majella sta provando incredibilmente ad andare avanti in "direzione cemento".

Vuole cercare di rimediare facendo la VAS ex post come se fosse un ulteriore timbro da mettere sulle planimetrie e non già una procedura che
deve essere svolta all'avvio della nuova pianificazione quando tutte le alternative sono ancora possibili, come indica la Corte di Giustizia Europea in diverse sentenze.

A nostro avviso il comportamento dell'ente è veramente increscioso perché si sta parlando del futuro di un patrimonio unico, quel "Capitale naturale" che ha fatto parlare il paese grazie al programma di Iacona incentrato proprio sulla Majella. Si parla tanto di consumo di suolo zero e proprio uno dei parchi più belli vuole cospargere di villette e cemento il proprio territorio come qualsiasi periferia?

Per fermare definitivamente questa che a noi appare come una vera e propria follia la SOA ha inviato in extremis una diffida. Invitiamo tutti a tenere gli occhi aperti su questa proposta di Piano che rischia di depauperare uno scenario incantevole.

Alleghiamo la diffida inviata in cui è possibile anche scaricare tutta la corrispondenza tra Associazioni, Ente Parco e Ministero sulla vicenda.

STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE ONLUS