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mercoledì 27 settembre 2017

INQUINAMENTO DEL LAGO DI BARREA, DOMANI SUMMIT IN PREFETTURA A L'AQUILA

L'AQUILA - La S.O.A. ritorna con due nuovi esposti sui ritardi nell'emanazione delle ordinanze di divieto di balneazione e sull'assenza di misure temporanee per evitare gli sversamenti in atto in attesa degli interventi sui depuratori.La questione dell'inquinamento del lago di Barrea nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise sarà al centro di una riunione convocata per domani in Prefettura a L'Aquila.La vicenda, che riguarda sia scarichi non adeguatamente depurati sia la balneazione in un corpo idrico non individuato per tale scopo, nasce da due esposti depositati dalla SOA il 25 luglio e il 5 settembre scorsi; il secondo verte anche sulla scandalosa situazione del Fiume Sangro a valle del depuratore di Pescasseroli.
Il Comune di Civitella Alfedena aveva auspicato a quel punto una riunione sulla questione.Intanto ieri e poco fa l'associazione ha depositato due nuovi esposti, il terzo e il quarto della serie.Nel terzo si replica ad alcune note ed atti emanati in queste settimane dagli enti che erano stati interessati dai primi due esposti. In particolare si stigmatizza che:
a)le ordinanze di divieto di balneazione, arrivate solo il 4 e 5 settembre, sono state emanate dopo ben 40 giorni dall'invio della nota della SOA che faceva rilevare la totale inadempienza rispetto alle leggi che riguardano la balneazione;
b)tali atti sono stati emanati solo dopo una lettera della ASL che risulterebbe inviata il 23 agosto per raccomandata (!) e ricevuta dal comune di Barrea il 31 agosto (8 giorni dopo) e dal comune di Civitella Alfedena addirittura il 4 settembre (12 giorni dopo). Quest'ultimo comune ha quindi emanato l'ordinanza immediatamente mentre il comune di Barrea si è preso altri 5 giorni dal ricevimento, emanandola solo il 5 settembre e limitandola solo ad una piccola porzione del lago. Su questo aspetto l'Associazione ha chiesto alla Prefettura di annullare l'ordinanza per farne emettere una nuova riguardante tutto il lago. Alla stessa Prefettura di L'Aquila la SOA contesta quelli che ad avviso dell'associazione sono stati tentennamenti inopportuni nei rapporti con i comuni;
c)la ASL bene ha fatto ad inviare questa nota ma, visto che stiamo parlando di provvedimenti per la prevenzione di rischi per la salute dei cittadini, molti dei quali minori, ci si chiede come sia possibile utilizzare la raccomandata e non la PEC che arriva immediatamente facendo trascorrere giorni preziosi;
d)l'ERSI ha scritto che stanno per essere avviati i lavori sul depuratore di Pescasseroli. Bene, mentre attendiamo fiduciosi l'avvio del cantiere e, soprattutto, la sua conclusione, cosa accade sul fiume?
L'ERSI avrebbe dovuto imporre agli enti gestori l'immediata interruzione di scarichi fuori norma e la predisposizione di interventi come autobotti per il trasporto in impianti idonei dei reflui non trattabili, impianti mobili ecc per azzerare o almeno mitigare temporaneamente la problematica.

Su quest'ultimo aspetto verte anche la quarta nota che approfondisce le competenze dell'Ente Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. La legge quadro delle Aree Protette 394/1991 all'Articolo 29 dispone che il legale rappresentante è tenuto ad emanare ordinanze per far terminare attività che possono avere effetti negativi sull'ambiente.

La SOA chiede di conoscere se queste ordinanze sono state emanate al fine di attivare interventi tampone sugli scarichi non a norma.

Ovviamente, data la condizione pietosa rilevata sui corpi idrici in piena area protetta di livello nazionale, l'Associazione ha chiesto nuovamente alla Procura di Sulmona di valutare se esistono inadempienze, inadempimenti e ritardi da parte degli enti a vario titolo coinvolti.



STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE ONLUS