SULMONA - E' arrivata ieri nella città ovidiana la vice presidente della Commissione Ambiente alla Camera Serena Pellegrino, invitata dal collega parlamentare abruzzese Gianni Melilla, per sostenere la candidatura a sindaco di Domenico Capaldo e la lista SEL.Si è elevato immediatamente il tenore culturale e politico della campagna elettorale, rispetto ai ping pong al vetriolo, su cui sembrava appiattirsi, caratterizzata dai due grandi schieramenti, organizzati in vassalli, valvassori e valvassini, forti già con i conti della serva, per garantirsi gli scranni di Palazzo S. Francesco.
Appena arrivata nel centro storico sulmonese, la deputata, dichiaratasi salentino-friulana, un architetto dalla grande passione, ha voluto ammirare l'Acquedotto Normanno, simbolo e testimone della città sede del Giustizierato, capoluogo dell'Italia Centrale per volontà di Federico II di Svevia.Nell'incontro pubblico, presso la sede della Comunità Montana Peligna, i due parlamentari, dopo l'intervento del candidato alla carica di sindaco Capaldo, hanno spaziato su vari temi e non hanno fatto sconti, denunciando il rischio di deriva democratica a cui è esposto il paese, bypassando sempre più il Parlamento e tradendo così la volontà dei padri costituenti.
La Pellegrino ha parlato di interesse pubblico prioritario da difendere rispetto a quello sempre più di parte. Di come sia fondamentale, per esempio, il preferire l'energia rinnovabile non inquinante, per poter sfuggire ai ricatti ed ai poteri dei monopoli privati. Si deve rigettare, pertanto, anche il ricatto occupazionale di breve periodo, in nome di un benessere occupazionale virtuoso che guardi al futuro, alle nuove generazioni ed all'interesse collettivo.
Molto critica sul modus operandi con cui vengono redatti i piani regolatori comunali, etichettandoli spesso come dei veri atti ecocriminali, così come dal pubblico presente qualcuno ha rafforzato, dicendo che dovrebbero essere armonizzati ai piani di protezione civile, per evitare lutti e l'intasare delle Procure al primo verificarsi di un evento naturale distruttivo: L'Aquila dolorosamente, da anti manuale, docet.
Infine la deputata ha focalizzato l'attenzione sulla "Bellezza" del nostro paesaggio e del patrimonio culturale, materiale ed immateriale, da tutelare, al punto da chiedere, insieme ad altri 150 parlamentari, di modificare la Costituzione inglobando l'art. 9 all'articolo 1: una Repubblica fondata sul lavoro e sulla tutela dei beni e del patrimonio culturale. Si è congedata con Camus: <<La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza>>.
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