SULMONA - "Ho letto con interesse, e con un po' di sconcerto, la lettera dei "Comitati
per l'Ambiente" sull'esito del referendum che si è tenuto domenica scorsa, quello sulle "Trivelle", come comunemente è noto.Premetto che sono andato a votare e, coerentemente con quanto ho cercato di esprimere pubblicamente in questi anni, ho votato "no". Tra l'altro in buona compagnia" si legge in una nota giunta in redazione a firma di Pasquale D'Alberto."Io ho grande stima dei responsabili dei comitati e per la loro coerenza.Infatti, il problema non sono loro, ma chi pur avendo idee come le mie da tempo manifestate "in privato", non ha il coraggio di "metterci la faccia" ed esprimere pubblicamente le proprie idee.
Perchè?Della lettera dei Comitati, tuttavia, non condivido nè la forma nè i contenuti.Perchè una sconfitta è una sconfitta. E non la si può chiamare diversamente oppure dare la colpa ad altri. Questo è politichese e, almeno, ai Comitati è
lecito chiedere uno stile diverso.Il problema è, ora, il che fare. Diceva lo storico Eric Hobsbawn che l'ambiente "non è la foresta vergine ma ciò che l'uomo trasforma".
Il problema è governare questa trasformazione.Credo, per esempio, che tra le trasformazioni ci siano anche le ricerche per l'energia di origine fossile, che ha consentito, per decenni, stili
di vita adeguati, che certo non dispiacciono ai "talebani ambientalisti".Ma ci sono anche gli impianti per l'eolico, ai quali, stranamente, ci si oppone in nome della libertà dello sguardo verso l'orizzonte:
Ci sono gli impianti per il fotovoltaico, molti dei quali, purtroppo,vengono considerati impattanti (vedi Collarmele).Ci sono gli impianti per l'energia a biogas, ma ci si oppone anche a
questi, (vedi Raiano) quando in Emilia Romagna ce ne sono uno per azienda.Ci sono gli impianti a biomasse, ma ci si oppone anche a quelli (vediAvezzano -Power coop - o Bugnara).
Ci sono le centrali o cenhtraline idroelettriche, che, tuttavia, non sono molto gettonate (vedi Scontrone).Ed allora, chiedo, di quali energie rinnovabili parliamo?Infine, per quanto riguarda il metanodotto della valle Peligna, finiamola con la foglia di fico del "percorso alternativo".
Sanno tutti che non è serio. Perchè già sulla costa è in atto la battaglia contro il metanodotto Larino/Chieti; e sul mare c'è tutta la grande questione di Ombrina.Credo che l'unica proposta su cui lavorare, visto che anche i Comitati si sono innamorati della strategia referendaria, è quello di fare anche da noi un rerenedum "consultivo", senza quorum, promosso dai sindaci.Con l'impegno da parte di tutti, a partire da me, di rispettare il risultato.Sarebbe, inoltre, una buona occasione per i sindaci, dopo anni di rimorchio verso le iniziative di altri, di prendere una volta buona una iniziativa
autonoma e risolutiva".
Pasquale D'Alberto
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