SULMONA - Rispondere all’invito della Asl a sottoporsi allo screening per la prevenzione spesso salva la vita eppure poco più di 13.000 utenti, a fronte di oltre 60mila lettere inviate a domicilio dall'azienda sanitaria, hanno dato seguito alla convocazione e sono andati in ospedale a fare i controlli. La mobilitazione della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, avviata un anno fa, evidenzia nell’utenza scarsa consapevolezza sull’importanza delle verifiche ai fini della prevenzione.
Infatti solo il 21% dei cittadini, tra tutti quelli convocati in ospedale o nelle strutture del territorio, si è presentato per lo screening che riguarda tre filoni: cervicocarcinoma (collo dell’utero), mammella e colon retto. I dati evidenziano una insufficiente presa di coscienza, da parte dei cittadini, a dispetto di molteplici appelli e iniziative lanciati periodicamente dalla Asl (come accade purtroppo in molte altre realtà sanitarie e Regioni) sul tema cruciale della prevenzione. I destinatari delle missive sono utenti inseriti in campioni selezionati in base al rischio legato all’età. I dati della macchina dei controlli, guidata dalla dr.ssa Alisia Macerola, responsabile del coordinamento screening, parlano, per il colon retto (riservato alla fascia 50-69 anni,) di 4.291 esami effettuati su oltre 28.000 inviti spediti a casa. Per la mammella la risposta dell’utenza è lievemente migliore ma sempre molto al di sotto delle aspettative: 12.061 lettere inviate a donne tra i 50 e i 69 anni, di cui solo 3.079 hanno risposto all’appello Asl. Nel terzo troncone dello screening, riguardante il cervicocarcinoma (collo dell’utero) hanno finora eseguito il test di prevenzione (età 25-64 anni) 5.915 donne, a fronte di quasi 20.000 avvisi lasciati dal postino nella buca delle lettere. Attualmente l’azienda sanitaria sta cercando di recuperare quella parte dell’utenza che è rintracciabile telefonicamente per riconvocarla presso i servizi dislocati sul territorio provinciale. Per i 3 screening la Asl ha potenziato notevolmente la propria dotazione tecnologica, aggiungendo alla apparecchiature già presenti all’ospedale di L’Aquila un moderno mammografo digitale e un ecografo versione tri-quadridimensionale all’ospedale di Avezzano (alla fine dell’anno scorso) e un altro mammografo di ultima generazione (nel maggio scorso) all’ospedale di Sulmona. Uno sforzo organizzativo e strumentale in virtù del quale l’azienda sanitaria proseguirà con forza l’azione di coinvolgimento degli utenti nei 3 screening, insistendo sul messaggio che controllarsi ai fini della prevenzione assume la valenza di un imperativo.
Barbara Delle Monache
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