Dall'attivita' tecnica-investigativa coordinata dal Comandante Provinciale di L'Aquila del Corpo forestale dello Stato, Nevio Savini, per risalire alle cause della morte del plantigrado, si e' esclusa la presenza di ferite da arma da fuoco o altri traumi violenti sul corpo dell'orso, in quanto non ci sono segni visibili di lesioni. E' quanto emerso dalle prime indagini tecniche-scientifiche condotte dal veterinario ufficiale del Corpo forestale dello Stato, Luca Brugnola, che ieri e' stato il solo ad aver esaminato il cadavere dell'esemplare, effettuando i prelievi di rito. Per scartare o avvalorare l'ipostesi di un avvelenamento dell'animale l'intera zona, inibita all'accesso fin da ieri, verra' battuta dall'unita' cinofila della Forestale denominata Antidoto. Contestualmente un'aria
molto piu' vasta sara' monitorata dal personale del Corpo forestale dello Stato, per la ricerca di altri eventuali indizi, quali animali morti o bocconi abbandonati, visto che la zona limitrofa al rinvenimento dell'orso e' un luogo di ricerca di tartufi. Il Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di L'Aquila, al quale sono state delegate le indagini, ha gia' rimesso alla Procura della Repubblica di Sulmona una prima comunicazione di notizia di reato, a carico di ignoti, ipotizzando il reato di uccisione di animale selvatico specialmente protetto. Intanto la carcassa e' stata sequestrata e sara' trasferita, nei prossimi giorni, dal Corpo forestale dello Stato all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Grosseto, dove verranno eseguiti l'autopsia e i necessari esami tossicologici. Dalle indagini effettuate, inoltre, si esclude che l'esemplare trovato morto sia l'orsa "Peppina", in quanto si tratta di un orso marsicano maschio dell'apparente eta' di tre/quattro anni e del peso di circa 90 chili.