ed è quindi a rischio la conservazione di questa specie.Quest'ultimo episodio segnala una progressione preoccupante: se dividiamo infatti l'intervallo temporale, della statistica relativa agli Orsi rinvenuti morti tra il 1971 ed il 2012, in periodi di sette anni, notiamo come ai primi due cicli turbolenti della vita del parco con rispettivamente 22 e 26 decessi, ne sono seguiti altri due dei quali il primo con “soli” 12 morti ed il secondo in ripresa con 17 vittime.
L'ultimo che stiamo vivendo (2006-2014), registra una brutta accelerazione con ben 24 perdite di cui 4 nell'ultimo anno.
Le autorità del Parco nazionale d'Abruzzo hanno posto all'attenzione delle istituzioni locali e nazionali, il problema della conservazione dell'orso bruno marsicano come grande emergenza sottolineando che il Parco, da solo, non è in grado di gestirla.
Si rende urgente e non più rinviabile, dinanzi al ripetersi di simili incidenti, decidere in tempi brevi : 1) una azione molto più incisiva e coordinata di vigilanza e repressione del fenomeno; 2) la costituzione di una banca del seme dell'orso bruno marsicano, valutando con un pool di esperti internazionali la fattibilità di un programma di conservation breeding.
E' necessaria dunque una forte mobilitazione della comunità scientifica e ambientalista per scongiurare il pericolo della scomparsa di questa straordinaria specie appenninica di orsi;
quali iniziative intenda assumere il Governo per sostenere l'azione dell' Ente Parco Nazionale d'Abruzzo a tutela della conservazione dell'orso bruno marsicano e in particolare se non ritenga necessario adottare in tempi brevi la costituzione di una banca del seme.
Gianni Melilla