" Lo stato di agitazione sindacale rappresenta solo il primo passo di una vertenza sindacale che può prevedere anche la proclamazione dello sciopero al fine di ottenere da un lato serietà nell'agire aziendale nel rispetto delle norme giuridiche che regolano i rapporti di lavoro dall’altro la garanzia di un livello assistenziale adeguato alle richieste del nostro territorio secondo le più moderne prospettive di assistenza psichiatrica. Con questo nostro agire sindacale e politico ci dichiariamo contrari all'operazione di progressiva depauperazione
dell’assistenza sanitaria dell'Abruzzo interno che rientra forse nel quadro più ampio di una riduzione delle risorse e delle offerte di salute, riduzione particolarmente evidente per Sulmona (mancato adeguamento strutturale del Presidio Ospedaliero, chiusura di Reparti ospedalieri, minaccia di chiusura del punto nascite, spostamento di servizi ambulatoriali ed amministrativi, mancata istituzione di nuovi Servizi sanitari, etc.). Non rispettando la qualificazione professionale dei dirigenti medici i vertici della ASL n.1 pretendono, con un semplice comando di servizio, spostare personale e servizi da Sulmona a L'Aquila, senza alcuna valida motivazione e senza fornire risposte concrete alle numerose sollecitazioni effettuate nei mesi scorsi. Il disagio percepito sta diventando intollerabile sia per i dipendenti sia per gli utenti ed i loro familiari. Antonio Santilli, segretario provinciale NurSind, ha dichiarato: - L'iniziativa sindacale non è solo una semplice rivendicazione sindacale ma una lotta precisa a difesa dell’agire terapeutico nel nostro territorio. Massimo Tardio, segretario aziendale CISAL-FPC, ha dichiarato: - In questi mesi abbiamo purtroppo assistito ad una netta riduzione delle prestazioni assistenziali e ad un aumento del disagio psichico e sociale dei nostri pazienti e dei loro familiari; sono infatti quasi triplicati i ricoveri ospedalieri in condizione di urgenza (TSO). Ribadisco che l'Azienda, con alcune penalizzanti scelte organizzative, sta determinando questa situazione attraverso una drastica riduzione dell'assistenza psichiatrica nella nostra zona, peraltro già carente. Spostare a L'Aquila circa 200 ore/mensili di lavoro professionale medico specialistico e non riuscire a trovare sedi adeguate per i CSM di Sulmona e di Castel di Sangro è la dimostrazione della volontà