SULMONA - "Se il PDL avesse voluto esprimere una candidatura autonoma e non di coalizione, lo statuto del partito imponeva dei percorsi che sono stati disattesi. La sortita giornalistica della senatrice Pelino non
ha tenuto conto di quanto è previsto dall'art. 25 dello stauto del PDL" si legge in una nota a firma di Alfonso Magliocco Coordinatore provinciale PDL."Ma a Sulmona, la senatrice Pelino ha prima scelto di muoversi in una logica di coalizione quando ha deciso di partecipare a tutte le riunioni tenute dal tavolo (comitato elettorale di coalizione) salvo poi, scoprendo di essere in minoranza, inventarsi una soluzione personale non prevista dallo statuto e di rottura della coalizione.
"Invece, il metodo del tavolo del centrodestra si è reso indispensabile affinchè tutti i soggetti partecipanti (coalizione) avessero pari dignità e soprattutto tutte le forze politiche e civiche potessero partecipare alla definizione di una candidatura unitaria del centrodestra.La volontà di demandare la decisione a due soli esponenti del PDL e quindi ad un consesso non rappresentativo dell'intero centrodestra, e men che meno dell'intero PDL (provocando, anzi spaccature) si è tradotto in un vantaggio offerto al centrosinistra che, viceversa ha avuto la capacità di ricompattarsi.Ribadendo che lo statuto non prevede ciò che la Pelino ha inteso fare ci si chiede se "anche in Abruzzo" è vigente lo statuto del PDL e se, conseguentemente, esso è uno strumento "giuridicamente rilevante"oppure se esso può essere considerato semplice "carta straccia" da usare o disattendere a seconda delle personali esigenze della"casta"conclude Magliocco
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