SULMONA - Da sei mesi senza stipendio, la storia di una madre di famiglia tra disperazione e voglia di riavere indietro i propri sogni. "La mia mamma fa la mamma e il mio papà non lo so che lavoro fa". Intenerisce il cuore questa risposta di una bambina alla domanda sul mestiere dei suoi genitori, ma ben dipinge il quadro dalle fosche tinte di molte famiglie nella Valle Peligna. Quelle che hanno perso il lavoro e che non percepiscono denaro da molti mesi lasciandosi sopraffare da angoscia e tormenti. Sono coloro a cui non restano che lacrime e preghiere, ma anche quelle stanno per finire. Prosciugate dalla disperazione che, sempre più nera, avanza e si gonfia come un'onda anomala travolgendo e distruggendo sogni e speranze. Non hanno più fiducia nei sindacati, nelle istituzioni, nei
politici e si intuisce che la situazione sia davvero grave dal loro desiderio di mettere da parte il proprio orgoglio, e, a pugni chiusi e denti stretti, chiedono di parlare a tutti della propria storia, perchè questi sono i veri problemi della gente. Oggi.
A raccontarci la sua è la signora Pamela, la quale ha scritto alla nostra redazione un'amara lettera che vorrà inviare anche al sindaco e all'onorevole Pelino. Richiesta di aiuto, per una vita più dignitosa. "Mi chiamo Pamela e sono la moglie di un ex dipendente della Sitindustrie tubes & pipes, vi prego di leggere queste righe come sfogo di una persona che sta arrivando al limite della sopravvivenza o meglio di una persona disperata". Comincia così il messaggio. "Sono esattamente 6 mesi che non percepiamo alcun indennizzo di cassa integrazione (senza nemmeno sapere effettivamente se gli operai sono in cassa o se in mobilità o altro) nè alcun altro tipo di sostegno. Le bollette arrivano, le tasse arrivano, le rate del mutuo non pagate si accumulano e siamo molte famiglie ad essere in queste condizioni. Io parlo per me. Siamo 4 persone in famiglia: io, mio marito e 2 bambine di 2 e 8 anni e l'unico riscontro economico, purtroppo, era solo quello percepito da mio marito e con questa brutta situazione non si riesce ad avere nessun tipo di agevolazione, perchè per le banche, per il tichet ospedaliero e tante altre cose la cassa integrazione (fantasma) non è riconosciuta per bloccare le rate del mutuo, né per non pagare visite mediche, nemmeno per i bonus luce gas e quant'altro. Ma come dobbiamo campare? Che cosa dovremmo fare per dare una dignitosa vita ai nostri figli?". Non si trattiene la donna e come un fiume in piena continua la sua lettera. "In questi lunghi tre anni ci hanno imbambolato con tante belle parole, e, invece, eccoci qua a cercare di andare avanti giorno per giorno, passo dopo passo verso la rovina, verso le domande e i desideri senza risposta dei nostri figli. Alla mia piccola a scuola hanno chiesto: <Tesoro che lavoro fanno i tuoi genitori?> Lei poverina ha risposto con le lacrime agli occhi e con un filo di voce: "la mia mamma fa la mamma e il mio papà non lo so che lavoro fa". Sapeste quante lacrime ho versato quando la maestra me lo ha raccontato! Vi sembra una cosa giusta e normale che questi bambini debbano soffrire in questo modo? E poi per colpa di chi?". Punta il dito contro le istituzioni la signora Pamela, contro i politici "e tutte quelle persone che ci hanno abbandonati ad un destino assurdo! Ecco l'Italia. Ecco Sulmona che sta morendo piano con una lenta agonia e nessuno fa nulla. Tutti immobili aspettando la fine! Spero che qualcuno, ascoltando le mie parole, si svegli e dica: Questa povera gente va aiutata a vivere una vita quanto più dignitosa". g.s.
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