
Il Piano Sanitario Regionale prende il via con uno strumento legislativo talmente complicato e farcito da una tale giungla di norme e riferimenti tecnici che sembra sia stato fatto apposta per non essere compreso da nessuno se non da chi l’ha redatto.
Il succo è che ha prodotto un piano di riequilibrio economico tutto volto ad una concezione della sanità di stampo aziendale e quindi fatto solo di un sofisticato gioco di tagli di presidi, servizi e livelli occupazionali.
Fare tagli è la cosa più semplice per ridurre debito e disavanzo, ma non è il servizio migliore per la collettività.E l’Abruzzo e gli abruzzesi, invece, di problemi ne hanno tanti, a cominciare dal sisma del 6 aprile che fisicamente ha colpito l’Aquilano ma economicamente la intera regione, per finire ai drammatici livelli economici e occupazionali ormai di interi comprensori.
L’Abruzzo sta subendo la crisi economica di giorno in giorno sempre peggio.E’ sicuramente una situazione nella quale non si può più andare avanti.Serve un radicale cambio di metodo di gestione della cosa pubblica.
(Tratto da Facebook)
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