Sono stati circa 100 i ciclo amatori che si sono dati appuntamento a piazza d’Armi, con un passaparola spontaneo, per raggiungere poi la piazza di Marana di Montereale per sollecitare a trovare al più presto (e prima dell’arrivo dell’inverno) una soluzione a una incomprensibile situazione: con l’apertura al transito del quarto lotto della strada L’Aquila-Amatrice i ciclisti non possono più raggiungere Montereale, Amatrice, Capitignano e i territori dell’alta valle dell’Aterno, se non percorrendo la lunga salita della Sp3, conosciuta come “Salita delle Castagne” - tra l’altro in pessime condizioni stradali -, poi inerpicarsi ancora lungo la provinciale Umbro-Sabina sino alla località di Casale Bottone e ridiscendere verso l’abitato di Montereale. Un tracciato impegnativo per cicloamatori che amano la bici per fare attività motoria senza dover stressare il proprio cuore.
La bici rappresenta da sempre un mezzo salutare, di passione sportiva e di “libertà”, al quale si avvicinano sempre più persone: giovani, giovanissimi, pensionati, uomini e donne che cercano attività gradevoli; inoltre la mobilità dolce è, oggi, ovunque molto supportata, con la costruzione di ciclabili e incentivi all’acquisto di bici elettriche: il nostro sogno è che si realizzi la ciclabile dell’Aterno, da tempo finanziata ma finita nel dimenticatoio.
Obiettivo della manifestazione era anche sensibilizzare una maggiore pacifica convivenza sulla strada tra automobilisti e ciclisti.
All’arrivo a Marana di Montereale, la carovana multicolore a due ruote è stata accolta e ristorata dal bar di Nicola Sebastiani che, come altri, già paga l’abbandono di quelle tratte da parte di centinaia di ciclisti.
Ma l’occasione è servita anche per richiamare l’attenzione su via delle Fiamme Gialle piena di buche e avvallamenti che impediscono ai ciclisti di tenere il margine della carreggiata, e sui pericoli esistenti tra la rotatoria di S. Vittorino e quella per la S.S. 260 in località Cermone altamente congestionata dal traffico con sede stradale stretta e nonostante i divieti si registrano alte velocità e sorpassi pericolosi.
Esistono soluzioni rapide e non costose e ci sono progetti dotati di copertura economica che stentano a prendere l’avvio: non si può attendere l’ennesima vittima per darsi la sveglia".
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