“Un prelievo – precisa Viola – divenuto ormai insopportabile a cui si aggiunge il peso degli obblighi amministrativi, derivanti da una complessità della legislazione statale, regionale e dei regolamenti comunali”.Tutto questo è diventato un limite alla capacità delle imprese, in particolare quelle piccole, di restare sul mercato ed essere competitive. “Le imprese – ricorda Viola – soprattutto quelle piccole che riguardano la maggioranza delle attività nelle aree interne hanno, assieme al valore della produzione, un alto valore sociale. Abbiamo assistito in questi anni ad una lunga agonia di alcuni settori, da quello agricolo a quello del piccolo commercio di vicinato. E’ necessario invertire la tendenza con specifici provvedimenti da parte della Regione”. Per Viola si rende necessario un intervento da parte del futuro governo regionale in due direzioni. “Da un lato una politica di riduzione e semplificazioni degli oneri amministrativi dando piena attuazione, peraltro, a quanto previsto dalla legge regionale 31 del 2013; dall’altro una politica di sgravi fiscali, in particolare l’imposta sulle attività produttive ma, ancor più, con misure specifiche di incentivazioni, come peraltro previste dalla legge Quadro sulle Aree Protette per i territori dei Comuni interessati dai parchi nazionali e una eventuale ulteriore riduzione dell’Irpef, come per esempio ha sottolineato nel suo ultimo rapporto Legambiente”.
Accanto a queste misure, prosegue ancora Viola, “è necessario investire risorse finanziarie e formative verso i giovani e verso le attività cooperativistiche. Occorre sostenere l’imprenditoria femminile con azioni di accompagnamento, di informazione attivate nei luoghi dove la gente risiede. Occorre creare degli incubatori di impresa vicini alle persone e comprensibili, secondo un modello peraltro già sperimentato in altre realtà dell’Appennino”.
Non solo misure di fiscalità di vantaggio e di semplificazione amministrativa. E’ necessario sviluppare, a fronte delle difficoltà del mercato, una politica regionale di facilitazione dell’accesso al credito delle piccole aziende, spesso escluse dai circuiti finanziari, attivando forme di garanzia direttamente da parte della Regione. Attenzione quindi ad un tessuto imprenditoriale parcellizzato che la crisi sta mettendo a dura prova. Per fare questo è necessario attivare un tavolo di concertazione con le maggiori organizzazioni di categoria, finalizzato ad individuare, nel complesso della legislazione regionale, gli aspetti di innovazione ampliando la gamma dei servizi
