Infatti, seppur già attivate in entrambi gli istituti di pena, il settore delle multivideoconferenze a Sulmona risulta poco utilizzato mentre a L'Aquila andrebbe aumentato in numero di postazioni.
Sono ancora poche, seppur aumentate nel numero rispetto al recente passato, infatti, le udienze a distanza attivate dal carcere della città ovidiana mentre più che raddoppiate risultano essere quelle effettuate direttamente in aula dibattimentale con conseguente aggravio in economia e sicurezza.
La Uil, concordando in pieno con quanto affermato dal Procuratore di Reggio Calabria Nicola Gratteri,si dice sicura circa il fatto che qualora fosse stata realizzata in videoconferenza l'udienza del Curtì svolta presso il tribunale di Busto Arsizio, l'evasione non ci sarebbe stata e il pericolo al quale sono stati esposti i colleghi di polizia penitenziaria, al quale va la nostra piena solidarietà, non si sarebbe materializzato.
La Uil si dice altresì concorde anche con quanto asserito dal Capo del DAP Giovanni Tamburino sul fatto che le videoconferenze oltre a non compromettere affatto le esigenze della difesa, se realizzato con tecnologie appropriate, offrirebbe un buon livello di garanzia, una giustizia più veloce e soprattutto più economica oltre che più sicurezza per gli operatori di polizia penitenziaria.
Ovviamente non si potrà prescindere dal potenziare il numero di Ufficiali di polizia Giudiziaria del comparto della Polizia Penitenziaria, insufficienti finanche a garantire le attuali videoconferenze.
Il potenziamento delle videoconferenze offrirebbe inoltre maggior linfa ai cancellieri del tribunale di Sulmona i quali, attraverso il loro utilizzo, potrebbero rilanciare in positivo la permanenza in città del palazzo di giustizia.
Il Segretario Provinciale Uil Penitenziari
Mauro Nardella