SULMONA - Una folla, dignitosa e composta, ha gremito oggi pomeriggio la chiesa di Santa Maria della Tomba a Sulmona per dare l'estremo saluto al professor Antonio Mancini, storico giornalista, stimato geologo, ex docente ed amministratore comunale scomparso ieri mattina all'età di 73 anni tradito dal suo cuore (clicca qui). La moglie, le sue due figlie, i familiari, gli affetti che hanno fatto parte della sua vita, gli amici di sempre, autorità e istituzioni, politici con cui ha condiviso
l'esperienza di amministratore e consigliere a palazzo San Francesco, gli ex alunni delle scuole medie e superiori, i colleghi che hanno lavorato al suo fianco quando per trent'anni è stato responsabile della redazione sulmonese al Messaggero, e quelli più giovani che imparavano da lui. Da anni era considerato, infatti, un punto di riferimento per la stampa locale. Ad accompagnare la bara il gonfalone del Comune di Sulmona portato dai vigili urbani. Un'intera città, sindaco in testa, non ha voluto mancare all'ultimo viaggio del professore. "Ci mancherà la mattina, quando lo incontravamo per il Corso sempre con il sorriso e una battuta a portata di mano". Ha sussurrato qualcuno tra la folla. Al termine della cerimonia religiosa, celebrata da Don Gilberto, il quale ha ricordato il nostro essere pellegrini di passaggio sulla terra, l'avvocato Lando Sciuba, ex primo cittadino, all'esterno della chiesa, ha voluto dire addio ad Antonio Mancini, "sulmonese verace anzi, come forse avrebbe preferito lui, sulmontino verace", in virtù del suo amore per questa città. Dopo aver tracciato rapidamente il suo profilo, Sciuba ha sottolineato la sua correttezza morale, accennando, poi, a quel suo tocco esperto in materia di terremoto "qualche giorno fa ci siamo incontrati e parlavamo del sisma dell'Emilia. Mi ha rimarcato che a Sulmona bisogna conservare il meraviglioso acquedotto medievale, di preziosa rarità. Anche noi dovremmo ricordare Antonio così, come una preziosa rarità". Un lungo applauso liberatorio e commovente ha salutato per l'ultima volta il caro professore. L'addio della sua Sulmona.
l'esperienza di amministratore e consigliere a palazzo San Francesco, gli ex alunni delle scuole medie e superiori, i colleghi che hanno lavorato al suo fianco quando per trent'anni è stato responsabile della redazione sulmonese al Messaggero, e quelli più giovani che imparavano da lui. Da anni era considerato, infatti, un punto di riferimento per la stampa locale. Ad accompagnare la bara il gonfalone del Comune di Sulmona portato dai vigili urbani. Un'intera città, sindaco in testa, non ha voluto mancare all'ultimo viaggio del professore. "Ci mancherà la mattina, quando lo incontravamo per il Corso sempre con il sorriso e una battuta a portata di mano". Ha sussurrato qualcuno tra la folla. Al termine della cerimonia religiosa, celebrata da Don Gilberto, il quale ha ricordato il nostro essere pellegrini di passaggio sulla terra, l'avvocato Lando Sciuba, ex primo cittadino, all'esterno della chiesa, ha voluto dire addio ad Antonio Mancini, "sulmonese verace anzi, come forse avrebbe preferito lui, sulmontino verace", in virtù del suo amore per questa città. Dopo aver tracciato rapidamente il suo profilo, Sciuba ha sottolineato la sua correttezza morale, accennando, poi, a quel suo tocco esperto in materia di terremoto "qualche giorno fa ci siamo incontrati e parlavamo del sisma dell'Emilia. Mi ha rimarcato che a Sulmona bisogna conservare il meraviglioso acquedotto medievale, di preziosa rarità. Anche noi dovremmo ricordare Antonio così, come una preziosa rarità". Un lungo applauso liberatorio e commovente ha salutato per l'ultima volta il caro professore. L'addio della sua Sulmona.