OFENA
– Il Cospa Abruzzo, associazione di
allevatori e agricoltori, si dice pronto a mobilitarsi anche nella nostra
regione per dare forza al “movimento dei forconi”, nato subito dopo la sortita
dei trattori a Roma avvenuta il 16 novembre scorso,
quando gli iscritti delle categorie giunsero al palazzetto dello sport all'Eur
per manifestare contro il caro gasolio e l'ingiunzione dei pagamenti delle
quote latte. Analoga iniziativa, con rappresentanze ridotte, fu messa in atto il
15 dicembre all'Aquila. "Siamo stati costretti a scendere in piazza”
afferma Dino Rossi presidente del Cospa Abruzzo “e la nostra manifestazione del
15 dicembre e' stata soffocata dalle prescrizioni della Questura e del Prefetto
dell'Aquila, i quali promettevano di impegnarsi nei confronti di chi ci governa.
E' passato un mese e non si e' mossa una foglia - continua Rossi - siamo stati
presi in giro e in tutti i modi si e' cercato di soffocare una manifestazione,
motivata dal mancato guadagno scaturito dall'aumento dei costi di produzione e
in primis del gasolio". Il Cospa Abruzzo, in base a un'informativa
consegnata dai Carabineri del Nac, nucleo alle dipendenze del ministero delle
Politiche agricole e forestali, fece emergere la notizia che con l'alterazione
di un algoritmo al database della banca dati nazionale erano iscritte
all'anagrafe bovina mucche di 83 anni, a fronte di una vita media produttiva
pari a 8 anni. "A questo si aggiungono le mucche fatte vivere sulla carta
per ben 83 anni, eta' necessaria ad italianizzare il latte proveniente dei
paesi dell'est Europa e nel contempo far pagare l'eccesso di plafond delle
quote latte agli allevatori onesti". Altro argomento che sta portando alla
mobilitazione degli allevatori e agricoltori abruzzesi e' quello della
creazione del "Corridoio Verde" che, come afferma Dino Rossi "E'
un accordo per permettere l'importazione di prodotti ortofrutticoli dai paesi
del nord Africa. Un progetto ben preciso che consiste in questo: le multinazionali
hanno acquistato i terreni a due soldi con costi di manodopera bassissimi, da
dove importano gli ortofrutta e nel contempo affamano i contadini italiani per
rilevare le loro aziende finite in mano ad Equitalia". Gli imprenditori
abruzzesi del settore primario, stando a quanto dice Rossi, presidente del
Cospa Abruzzo: "Non scenderanno a compromessi con l'ordine pubblico,
abbiamo il sacrosanto diritto di manifestare per una legittima difesa dei
nostri interessi contro i responsabili che hanno generato lo stato di crisi del
comparto, determinando la mobilitazione prima in Sicilia e in seguito in
Abruzzo, agitazione che finira' per interessare l'intera nazione".News in evidenza
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