i vertici sia dell’azienda sanitaria locale e regionale che dell’amministrazione penitenziaria insieme al prefetto e ai vigili del fuoco “Fu dichiarata sicurezza non sufficientemente soddisfatta. L’intesa raggiunta, al termine dell’esame delle deduzioni dei dirigenti intervenuti, prevedeva la destinazione, che sarebbe dovuta essere successivamente esaminata da una costituenda Commissione Interistituzionale, di alcune stanze di degenza da liberare in seguito al trasferimento in un’altra ala dell’ospedale sulmonese di numerosi locali sanitari e che, dopo le opportune verifiche antisismiche, sarebbero state adeguate” ricorda Nardella, spiegando che l’ultimo intervento risale a un anno e mezzo fa, quando effettuarono lavori di muratura, ma poi nessuna risposta è arrivata dal manager Asl. Il “repartino”, in cui viene ricoverato il detenuto del carcere di via Lamaccio si trova nel seminterrato dell’ ospedale sulmonese (vicino le cucine) ed è composto da due stanzette e bagni (
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venerdì 2 settembre 2011
CARCERE SULMONA, UIL"CHIUDERE IL REPARTINO NELL'OSPEDALE E TRASFERIRE ALL'AQUILA"
SULMONA – “Si deve chiudere
il repartino penitenziario di Sulmona e trasferire i detenuti in quello
dell’Aquila”. Lo ha affermato, questa mattina, nella sede sulmonese del
tribunale per i diritti del malato, il segretario provinciale e vicesegretario
regionale Uil penitenziari, Mauro Nardella che torna ad accendere i riflettori su un annoso problema.
Mancano sistemi di allarme adeguati, videocamere e presidio fisso anche
esterno, è inadatto il sistema di areazione, la struttura non ha chiusura ermetica e non
sono rispettati i parametri igienici, pecca in materia di salubrità e sicurezza
e si trova in un edificio inagibile. Ecco perché
secondo il sindacalista il repartino penitenziario dell’ospedale di Sulmona
deve essere chiuso e i detenuti dirottati nel capoluogo d’Abruzzo, dove la
struttura si presenta migliore, capace di ospitare quattro posti letto a
fronte dei due nel nosocomio peligno. Una
posizione quella di Nardella che sembrerebbe stridere con le difese
sulmonesi contro “scippi aquilani”, in qualsiasi settore. Si tratta, però, di una proposta che
arriva dopo quattro anni di richieste a chi di dovere di interventi per
sistemare il locale e risolvere il problema. Nel novembre 2007 la costituzione del
reparto di degenza fu discussa in un incontro tra
i vertici sia dell’azienda sanitaria locale e regionale che dell’amministrazione penitenziaria insieme al prefetto e ai vigili del fuoco “Fu dichiarata sicurezza non sufficientemente soddisfatta. L’intesa raggiunta, al termine dell’esame delle deduzioni dei dirigenti intervenuti, prevedeva la destinazione, che sarebbe dovuta essere successivamente esaminata da una costituenda Commissione Interistituzionale, di alcune stanze di degenza da liberare in seguito al trasferimento in un’altra ala dell’ospedale sulmonese di numerosi locali sanitari e che, dopo le opportune verifiche antisismiche, sarebbero state adeguate” ricorda Nardella, spiegando che l’ultimo intervento risale a un anno e mezzo fa, quando effettuarono lavori di muratura, ma poi nessuna risposta è arrivata dal manager Asl. Il “repartino”, in cui viene ricoverato il detenuto del carcere di via Lamaccio si trova nel seminterrato dell’ ospedale sulmonese (vicino le cucine) ed è composto da due stanzette e bagni (30 metri quadri in tutto compreso alloggio per
gli agenti di polizia penitenziaria). Il trasferimento dei reclusi nel
nosocomio aquilano, che secondo Nardella risulta più sicuro e ben attrezzato,
comporterebbe sia spese maggiori per l’amministrazione dell’istituto di pena
sia ore di straordinario per il personale. Nel carcere di Sulmona sono 420 i
reclusi, tra gli internati (200) e quelli dei settori di media sicurezza (80) e
alta sicurezza, classificata come As1, il livello più alto dopo il 41 bis (46
persone), As2, che ospita terroristi e brigatisti, As3 (100 detenuti) coloro
che fanno capo a organizzazioni criminali. “Non voglio creare allarme sociale” ha detto
Nardella “ma ad esempio un detenuto dell’As1 non può essere ricoverato in una
struttura come questa che versa in una grave situazione”. La Uil , quindi, chiede
l’immediata chiusura del repartino e il trasferimento dei detenuti
all’Aquila. G.S.
i vertici sia dell’azienda sanitaria locale e regionale che dell’amministrazione penitenziaria insieme al prefetto e ai vigili del fuoco “Fu dichiarata sicurezza non sufficientemente soddisfatta. L’intesa raggiunta, al termine dell’esame delle deduzioni dei dirigenti intervenuti, prevedeva la destinazione, che sarebbe dovuta essere successivamente esaminata da una costituenda Commissione Interistituzionale, di alcune stanze di degenza da liberare in seguito al trasferimento in un’altra ala dell’ospedale sulmonese di numerosi locali sanitari e che, dopo le opportune verifiche antisismiche, sarebbero state adeguate” ricorda Nardella, spiegando che l’ultimo intervento risale a un anno e mezzo fa, quando effettuarono lavori di muratura, ma poi nessuna risposta è arrivata dal manager Asl. Il “repartino”, in cui viene ricoverato il detenuto del carcere di via Lamaccio si trova nel seminterrato dell’ ospedale sulmonese (vicino le cucine) ed è composto da due stanzette e bagni (
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