SULMONA – La presidenza del Consiglio dei Ministri impugna la sentenza con cui il Tar del Lazio, lo scorso aprile, dava ragione ai 26
comuni del centro Abruzzo che chiedevano di essere inclusi nel cratere sismico. Si scatenano le ire dei
socialisti che affermano senza mezzi termini siamo stati presi in giro, interpretando
l’azione di ricorso in appello al Consiglio di Stato, come un atto
discriminatorio nei confronti del territorio della Valle Peligna.
“Se la prima esclusione poteva essere
giustificata da inettitudine, incapacità, superficialità, frettolosità nel fare
i rilievi, a fronte di una sentenza puntuale, precisa e significativa e a
fronte delle assicurazioni di Chiodi, nel rinunciare a ricorrere al Consiglio
di Stato, questa volta la risposta sostanziale del Governo Nazionale e
Regionale è : “questi non ce li vogliamo” scrivono in una nota il segretario
Livio Pallotta, il Capogruppo Psi in
consiglio comunale sulmonese, Luciano Marinucci, il segretario territoriale Ernesto De Santis e l’assessore del
Comune di Introdacqua Orlando Orsini. “Nonostante Chiodi si sia dichiarato più
volte primo paladino del Comprensorio Peligno, si tratta di una scientifica,
precisa, determinata e consapevole volontà di esclusione, contraria ad ogni
logica, ad ogni dato di fatto, ad ogni ragionevole determinazione politica. Secondo
costoro” continuano i socialisti “Sulmona e gli altri comuni della Valle
Peligna non sono terremotati. Ormai
la Valle Peligna si deve rassegnare: per il Governo e per
la Giunta Regionale non
esiste e non dovremmo stupirci se, con qualche
“decreto interpretativo ad efficacia retroattiva”, la Valle Peligna venga
istantaneamente cancellata dalla carta geografica”. Usano parole dure e puntano
il dito contro il centrodestra locale sostenendo che “a Sulmona in particolare,
maggiore città di riferimento, l’asse di centrodestra
Comune-Provincia-Regione-Governo ha funzionato come una trave marcia e tarlata.
Non risparmiano neanche il centrosinistra, spronando il “maggior partito” ad un’azione
incisiva: “Una situazione non più sopportabile alla quale la classe politica di
centrodestra locale, a tutti i livelli, non ha assolutamente saputo porre
riparo mostrando tutti i suoi limiti e denunciando una totale mancanza di
autorevolezza e peso politico. E dal maggior partito di centrosinistra,
presente in tutte le assise, è lecito aspettarsi una maggiore azione di
contrasto a tale disegno. Siamo proprio curiosi di sapere quali iniziative di
rilievo, incisive ed eclatanti, se non dimettersi, sapranno prendere Sindaco,
Giunta, Maggioranza Consiliare, Consiglieri e Amministratori Provinciali e
Regionali, che si sono sempre spacciati sinceri ed autentici difensori di
queste terre per annullare questo gravissima iniziativa e ribaltare la volontà
politica di distruggere questo comprensorio”.
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