Era l'Agosto del 2008 quando i pastori dell’ARPO inviarono una proposta di collaborazione alla Prefettura e agli altri Enti interessati (parchi, enti locali, forestale): una proposta lungimirante, che parlava di collaborazione tra chi in montagna vive ogni giorno, per tutelare insieme un mestiere antico e la biodiversità di questi territori unici. Senza spendere milioni di Euro, per difendere la biodiversità e assicurare ai grandi selvatici forme naturali di approvvigionamento, come è avvenuto per millenni. Tanto fattibile e poco costosa, che nessuno ha risposto: si trattava di consentire a piccoli allevamenti di montagna di smaltire i residui della macellazione, conferendoli come nutrimento per i grandi carnivori sui pascoli e in montagna. Lupi ed orsi, trovando nuovamente di che cibarsi tra boschi e valli, non si sarebbero così spinti fino agli abitati. Proposte semplici di chi è abituato a vivere con le risorse del territorio e non a consumare quelle delle casse pubbliche: Non resta che aspettare, nella speranza che non ne vengano fuori i soliti carrozzoni che servono soltanto a far diventare sempre più il nostro territorio uno zoo dal quale attingere fondi europei e nazionali, senza garantire la dignità delle popolazioni, la continuità delle tradizioni, la sopravvivenza economica di attività che da sempre hanno garantito a questi luoghi la loro biodiversità. I nostri pastori, ogni giorno sulle montagne a garantire la sopravvivenza del territorio con il loro presidio territoriale, continuano a sollecitare ed aspettare una risposta dalle istituzioni.
Nunzio Marcelli – Presidente ARPO
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