Come già Kandinskij sosteneva in da Lo spirituale nell’arte (1910), l’opera deve rispondere a un’esigenza interiore e liberare l’anima dal materialismo. Guadagnuolo raccoglie questa eredità e la trasforma, collocando la sua ricerca nel solco di una spiritualità che si confronta con la modernità tecnologica e scientifica.
Guadagnuolo e la nascita della Transrealtà
La nozione di Transrealtà, elaborata da Guadagnuolo, si fonda su tre assi interpretativi:
⦁ la realtà sensibile come soglia verso l’invisibile;
⦁ il dialogo continuo tra finito e infinito;
⦁ la sintesi di elementi sacri e dettagli contemporanei.
La sua scultura non si limita ad evocare simboli religiosi, ma li ricontestualizza in un linguaggio che accoglie frammenti di spazio cosmico e geometrie universali. Opere come “Rappresentazione dell’Infinito”, “Cosmo”, “Energie nell’Universo” o “Geometrie” testimoniano la capacità dell’artista di coniugare sacralità e immensità, trasformando la scultura in arena di riflessione universale.
Scrive Antonio Gasbarrini: «…La ricerca di Guadagnuolo, a ben riflettere, è tutta protesa alla liberazione di energie: fisiche ed immaginifiche, concorrenziali all’inesauribile creatività in atto nell’universo, infinito che sia. In una prospettiva estetica già protesa al futuro, e perciò sotto l’egida dell’avanguardia, sarà il dialogico confronto tra gli enigmatici segni preimpressi negli abissi dei cieli (le leggi fisiche indagate con molto affanno e con esiti incerti dalla scienza) e quelli inventati dalla sua vulcanica fantasia, a favorire una più attendibile comprensione della verità ultima inscritta nel nostro destino. Del rinsaldato binomio Arte/Scienza ha saputo ben coniugare l’istanza razionale e tecnologica a quella neo-umanistica. Anche per quest’ultima ragione, forse, l’errabondo “poema visivo” di Guadagnuolo non potrà mai includere la parola fine: la vera arte e la vera poesia si fiutano dalla incompiutezza e dalla provvisorietà di uno statuto dell’opera tutto concentrato nell’instabile nucleo della sua potenziale energia avanguardista protesa ad irraggiarsi in un futuro estetico aperto più che mai».
La scultura come rito visivo
Il Transrealismo guadagnuoliano si articola come rituale visivo:
⦁ L’osservatore è introdotto in un sistema di segni e simboli astratti.
⦁ Lo spazio scultoreo si trasforma in un tempio mentale, dove forme reali e immaginarie si sovrappongono.
⦁ L’esperienza culmina in una sospensione temporale, che restituisce allo spettatore la percezione del mistero e dell’infinito.
Come osserva lo storico dell’arte Renato Mammucari, il Transrealismo italiano “ci spinge a guardare con maggiore attenzione e consapevolezza alle espressioni artistiche contemporanee”. La scultura diventa così liturgia estetica, in cui modernità e sacralità convivono.
Eredità e prospettive
A trent’anni dalla sua fondazione, il Transrealismo italiano si conferma come movimento capace di incidere nel dibattito critico e teorico. Guadagnuolo è considerato “l’unico esponente del Transrealismo in Italia” ed uno dei maggiori autori del rinnovamento dell’iconografia dell’arte sacra. Guardando al futuro, la sfida consiste nel mantenere vivo il dialogo tra arte e trascendenza, tra scienza e spiritualità, in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia.
La scultura di Guadagnuolo si pone come testimonianza e profezia: testimonianza di un percorso che ha saputo coniugare tradizione e innovazione; profezia di un’arte che continuerà a esplorare le pieghe più nascoste dell’esistenza, restituendo all’uomo la consapevolezza del mistero e dell’infinito".
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