L'AQUILA - "La CGIA di Mestre ha diffuso uno studio, basato su dati Banca d’Italia, che mostra una ripresa del credito alle imprese in Italia, dopo 28 mesi consecutivi di costante calo. Nei primi 7 mesi dell’anno il totale è cresciuto di 5,5 miliardi di euro (+0,9%), raggiungendo in termini complessivi la quota di 647 miliardi. Il dato, però, presenta luci ed ombre. L’aumento, infatti, riguarda esclusivamente le attività con più di 20 addetti, per le quali la variazione è stata positiva e pari all’1,5 per cento (+8,2 miliardi); per le aziende più piccole si registra un ulteriore calo pari al 2,8 per cento (-2,7 miliardi). E’ bene tener presente che le aziende con meno di 20 addetti costituiscono il 98 per cento del totale e danno lavoro al 55% delle lavoratrici e dei lavoratori nel settore privato in Italia. Questa è una delle conseguenze più tangibili delle aggregazioni tra banche e del progressivo abbandono dei territori. Assistere le piccole imprese comporta una presenza concreta sul territorio e margini di guadagno ridotti, considerando che l’ammontare contenuto dei finanziamenti ripaga in misura inferiore il tempo dedicato all’istruttoria ed alla gestione del rapporto.
Esaminando i dati dello studio, salta agli occhi la situazione del Molise: tristemente ultima in classifica, con un calo del 2,1% che va ad aggravare una situazione già tutt’altro che florida. Apparentemente lusinghiero l’andamento in Abruzzo, che risulta tra le regioni con la maggiore crescita. Si tratta, tuttavia, di una media che nasconde la forte disparità tra le provincie. I numeri dicono che l’unica provincia con andamento estremamente positivo è quella di Chieti, con un ottimo +5,8%. Tutte le altre sono sotto la media nazionale: Pescara +0,2%, mentre nelle provincie di Teramo (-0,4%) e L’Aquila (-0,2%) il credito continua a calare, in modo particolare nelle imprese piccole che rappresentano la quasi totalità delle aziende presenti nel territorio
Ancora una volta segnaliamo l’assenza della politica, che pure avrebbe l’obbligo costituzionale di disciplinare e controllare l’esercizio del credito bancario, ma che evidentemente con le banche si confronta solo per chiedere il permesso di applicare nuove tasse, prima sbandierate ai quattro venti e poi sistematicamente abortite".
Luca Copersini
Segretario Regionale Fisac Cgil Abruzzo Molise
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