Nonostante ciò, la ASL n. 1 è quella che ha il trasferimento del Fondo Sanitario Regionale più basso rispetto alle altre ASL della Regione Abruzzo con una differenza che va da un minimo di circa 13,5 milioni di €
nei confronti della Asl di Teramo, a circa 174 milioni nei confronti della ASL di Chieti relativamente all’anno 2024 che, nel periodo di riferimento 2019/2024, ha determinato un finanziamento inferiore pari a oltre 1 miliardo di € rispetto a quest’ultima ASL.
Con ciò non vogliamo dire che devono essere trasferite risorse da una ASL ad un’altra ma che, viste le condizioni di tutta la Sanità Regionale ed il grave deficit finanziario, è necessaria una battaglia per una aumento del Fondo Sanitario Nazionale per tutte le ASL Abruzzesi oltre ad una redistribuzione più equa sia a livello nazionale che territoriale in modo che tutte le cittadine e tutti i cittadini possano accedere alle stesse opportunità di cura.
Ciò a conferma di quanto già denunciato di un sotto finanziamento a discapito di tutte le ASL Abruzzesi con un incidenza particolarmente gravosa per la ASL dell’Aquila.
Tale fenomeno sta comportando un aggravio sui bilanci famigliari ed una rinuncia alle cure specialmente delle fasce più vulnerabili, deboli e fragili della popolazione.
La condizione così descritta è ulteriormente aggravata dall’incidenza della Legge 9/2025 che impone tagli lineari in tutte le ASL Abruzzesi e, per quanto riguarda la nostra ASL nello specifico, si tradurrebbe in un taglio, solo per il costo del personale, di circa 5 milioni di €. Circostanza quest’ultima inaccettabile che rischia di compromettere la continuità assistenziale e i diritti di lavoratrici e dei lavoratori.
Per questo motivo riteniamo non più procrastinabile l’attivazione di un tavolo Politico, Tecnico e Sindacale, nel quale affrontare la suddetta problematica ed individuare soluzioni a salvaguardia dei livelli occupazionali, delle prestazioni sanitarie e di tutto l’indotto che ruota attorno al mondo della Sanità.
E’ infatti di questi giorni, la discussione del personale Amministrativo e Tecnico che presta servizio nella ASL 1 nelle attività esternalizzate e che, nonostante l’impegno trasversale della politica che ha visto ordini del giorno approvati e emendamenti presentati al Governo per la modifica di una norma che esclude tale personale dai processi di internalizzazione, ancora non vede convocato il suddetto tavolo di confronto.
Nello specifico si pensi al personale impiegato nel servizio del supporto amministrativo e tecnico, nel servizio di guardiania armata e non armata, in quello della manutenzione, del pulimento, della sterilizzazione, della mensa, delle prestazioni socio-sanitarie del CUP, ecc, e cioè ai settori che rischiano di essere penalizzati dai Piani di Razionalizzazione dei costi: tutti questi lavoratori e lavoratrici, per anni, hanno prestato e continuano a prestare la propria opera a beneficio della comunità.
E’, quindi, necessario che la Regione e la politica tutta si adoperi affinché tutti e tutte possano contare sulla certezza di un contratto di lavoro stabile, che, a mezzo della continuità lavorativa, garantisca anche all’utenza la corretta, efficace e funzionale fruizione dei servizi pubblici.
Le soluzioni, infatti, vanno cercate partendo dalla tutela dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, e del diritto dell’utenza alla fruizione dei servizi pubblici secondo principi di equità, universalità e gratuità, attraverso una seria e coerente programmazione delle attività e con un continuo e costante confronto tra le parti e non, invece, esclusivamente adottando una politica di riduzione dei costi.
Al fine di tutelare i livelli occupazionali e la garanzia dei servizi è necessario partire, pertanto, dalla modifica della Legge 9/2025 eliminando i tagli del personale sui cui, invece è necessario investire; è, infatti, attraverso lavoratrici e lavoratori che si garantiscono i diritti di cittadine e cittadini in un sistema sanitario efficace efficiente, equo ed universale. Di contro ci sono sicuramente costi comprimibili e non necessari sui quali poter intervenire.
Il diritto alla Salute, il diritto al Lavoro e i bisogni collettivi di cittadine, cittadini, lavoratrici e lavoratori, necessitano di una comunità di intenti con una visione sistemica della Sanità volta a rimettere salute e lavoro al centro del dibattito sociale, politico e culturale dando risposte concrete alle istanze di uguaglianza e libertà delle comunità".
Al Presidente della Regione Abruzzo
All’Assesora Regionale alla Salute
Ai Consiglieri Regionali
Al Comitato ristretto dei Sindaci
Al Direttore Generale f.f. della ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila
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Il Segretario Generale Il Segretario Generale
CGIL Provincia dell'Aquila FP CGIL Provincia dell'Aquila
Francesco Marrelli Anthony Pasqualone
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