FRANCAVILLA AL MARE - "Nell’ambito del Francavilla Urban Festival, la kermesse culturale ideata e diretta dal critico d’arte e letterario Massimo Pasqualone, giovedì 31 luglio alle 18.30, nella sede dell’associazione Il Libeccio, presieduta da Ernesto D’Onofrio, si tiene la cerimonia della quarta edizione del Premio Anna De Luca, la poetessa dialettale francavillese recentemente scomparsa. Per la sezione dialetto, il presidente del Premio Massimo Pasqualone ha selezionato Stefania Pomante, Lu Passatempe, Adolfo Ciaccio, Maria Gabriella Ciaffarini, Diana Scutti, Emilio Marcone, Tony Pesce, Anna Teresa Gatto, La carriola, Annamaria Di Lorenzo, Camomilla a colazione, Giuseppe Fusilli, Danilo Mariani, Franco Mammarella, I teatanti, Chiara Severini. Per la sezione francavillesità, coordinata da Luigi Stano, l'associazione Il libeccio ha selezionato Francesco Bianco, Andrea e Marco Campanella, Claudio Ciofani, Nicola Tonino D'Alleva, Rocco De Marco, Andrea Di Crescenzo, Antonio Fermi, Marco Paolini, Giuseppe Santalucia, Andrea Guidotti.
Alla manifestazione, allietata dal duo De Le Vasse, Ugo Iezzi e Biagio Di Carlo, porteranno i saluti Daniele D’Amario, sottosegretario Regione Abruzzo, il sindaco di Francavilla al mare, Luisa Russo, il sindaco di Tollo, Angelo Radica. Pasqualone così ricorda la compianta poetessa francavillese: “Mi sono avvicinato alla poesia di Anna De Luca da giovane studioso di poesia dialettale abruzzese con la lettura di Ricciardelle del 1981 per i tipi di Marino Solfanelli e con le illustrazioni interne della figlia Silvia Di Quinzio ed in copertina una grafica di Vito Giovannelli e di Come ccente lumine. Poesie in dialetto abruzzese del 1992, sempre per i tipi di Marino Solfanelli Editore e con la copertina della figlia Silvia”. Nel primo volume, l’acume critico di Michele Ursini metteva in luce la portata e la potenza del dialetto di Anna De Luca: “Usa un dialetto fresco, spontaneo, libero da ogni patina culturale, sgombra da ogni velleità di ricerca lessicale e di recupero linguistico, a volte sorprendente per certe tipiche e belle espressioni familiari abruzzesi fortemente icastiche”, scriveva il grande magister teatino. E quella caratteristica è rimasta anche nella seconda raccolta, con la presentazione di Umberto Russo, magister francavillese, che sottolineava come “Anna De Luca non si rassegna a perdere questo suo tesoro fatto di momenti felici e di apprensioni, di abbandoni sentimentali e di ragionamenti sull’esperienza quotidiana. Li traduce perciò in brevi componimenti in dialetto, che fissano un paesaggio o disegnano una figura, condensano un sogno o rivelano una passione”
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