La baracca, dunque, ritorna ad essere abusiva e in base alla legge dovrebbe essere demolita. Ma il Comune, guarda caso, dimentica la pratica in qualche polveroso cassetto. Così si arriva al 1994, cambia l’amministrazione comunale e il proprietario della baracca torna alla carica. Questa volta l’obiettivo viene centrato. Come? Nel rilasciare il condono il Comune “dimentica” provvidenzialmente di tener conto del Decreto di annullamento del Ministero e il gioco è fatto. La baracca non è più abusiva. Resta però il nodo del Piano regolatore, che per quell’area prevede un parco urbano e territoriale, ma questo per i tecnici non è un problema: si può fare. La distanza dal fiume? L’applicazione della legge regionale 49? Gli aumenti di cubatura? Il superbonus del 110 per cento? Nessun problema, per i tecnici si può fare tutto. E sindaco e giunta continuano a chiudere tutti e due gli occhi.
Il sindaco Di Piero aveva sempre evitato di esprimersi sulla vicenda nascondendosi dietro la formula della separazione dei poteri, e lo aveva fatto anche pubblicamente in Consiglio comunale rispondendo alla consigliera Teresa Nannarone. Ma successivamente, incalzato dai Comitati cittadini per l’ambiente, che avevano presentato l’esposto alla Procura della Repubblica nel luglio 2023, decide finalmente di dire la sua, ma lo fa avallando totalmente le tesi dei tecnici. La palazzina nel parco urbano? Per Di Piero “il vigente PRG consente la realizzazione di lavori di ristrutturazione edilizia, con demolizione, ricostruzione e cambio di destinazione d’uso nella zona urbanistica di che trattasi”. E l’abuso edilizio della ditta Zappa? “C’è la concessione a sanatoria del dicembre 1994” (quella in cui viene “dimenticato” il Decreto di annullamento del Ministero), pertanto “sulla scorta del citato provvedimento di condono il fabbricato, in quanto condonato, non può essere considerato abusivo”. E il superbonus del 110 per cento? “Questo Ente non ha alcuna competenza in merito”, replica secco il primo cittadino.
Insomma, anche per Di Piero, in via Tratturo non c’era nessuna illegalità. Peccato che dopo siano intervenuti il sequestro del cantiere e ora anche gli avvisi di garanzia per dirigente e tecnici del Comune. Anche adesso Di Piero pensa che stia tutto a posto?"
p. Coordinamento Per il clima Fuori dal fossile Mario Pizzola
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