CHIETI - "Nardella (CNPP-SPP): sollecitare la revisione dell’organizzazione dl lavoro e l’invio di più personale femminile.L’estate incalza con il suo caldo asfissiante al carcere di Chieti e, a quanto pare, anche con un aumento degli eventi critici che iniziano davvero a rendere il clima lavorativo di difficile gestione. E’ notizia di oggi, anche se i fatti che stiamo per raccontare sono accaduti diversi giorni fa, di una detenuta di origini Cinti che ha posto in essere un gesto autolesionistico che avrebbe potuto avere connotati tragici se non fosse stato per il pronto intervento di altre detenute e, successivamente, dell’unica agente in servizio nel Reparto femminile.
La detenuta dopo essere stata salvata dall’impiccagione che ha tentato di porre in essere è stata condotta a mezzo 118 presso l’ospedale di Chieti.
-A dare la notizia è Mauro Nardella componente della segreteria nazionale del CNPP-SPP-
Il grave fatto riaccende i fari, anzi sarebbe meglio dire li rende ancor più luminosi, su un istituto che negli ultimi tempi sembra vivere, dopo una pausa relativa di alcuni anni, nuovamente grossi problemi in parte legati al sovraffollamento carcerario e in parte alla carenza di personale femminile-
afferma Nardella
-Paradossalmente in alcuni istituti abruzzesi accade, in rapporto al genere di detenuti, che vi sono “troppe” donne in istituti maschili (Vasto e Sulmona) e troppo poche in quelli dove insistono sezioni femminili come in quello di Chieti. Un dato che dovrebbe far riflettere anche in ordine alle modalità di assegnazione di personale di Polizia Penitenziaria-
Sottolinea il segretario CNPP-SPP
-A peggiorare la situazione al carcere di Chieti sembrerebbe esserci, inoltre, la presenza di un eccessivo numero (circa il 40%) di detenute sottoposte a regimi quali grandi e intensificate sorveglianze. Regimi, questi ultimi, che implicano tempistiche osservative dell’ordine di 10-15 minuti da un controllo all’altro aumentando a dismisura il grado di responsabilità del personale deputato alla vigilanza-
Precisa Nardella
-Insomma se è vero come sarebbe vero, stante le notizie che provengono dai nostri rappresentanti, che sovente viene utilizzata una sola agente a vigilare un intero reparto giacchè il preposto spesso viene utilizzata in altri compiti, la situazione del reparto femminile della Casa Circondariale di Chieti sarebbe da annoverare tra le peggiori allo stato attuale d’Abruzzo.
Se non si è contato un morto, d'altronde lo si deve al senso di responsabilità delle detenute e, lo possiamo tranquillamente affermare, alla fortuna che ha assistito l’unico agente in quel momento presente in reparto"-
Conclude il sindacalista
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