Eppure, come è noto, il Sistema di emergenza 118, sulla carta, dovrebbe essere una struttura ad elevata complessità gestionale del Sistema Sanitario Nazionale, con un organico costituito da medici, infermieri e soccorritori, in postazioni che dovrebbero essere distribuite strategicamente per garantire interventi equi ed omogenei su tutto il territorio regionale. Ma ciò, per l’appunto, resta solo sulla carta. Tanto più se consideriamo che, da DGR n. 589 del 18 settembre 2023, che ha approvato il documento “Sistema di Emergenza 118 – Nuovo assetto delle postazioni territoriali”, per individuare le postazioni del 118, dovrebbe tenersi conto di fattori specifici tra i quali lo stato delle vie di comunicazione e vincoli orografici, i tempi di percorrenza per l’arrivo sul target e relativa ospedalizzazione del paziente, la distribuzione dei presidi ospedalieri con Dea o Pronto Soccorso, i flussi turistici stagionali. Invero, nello stesso documento si prevede che, in forza di tutti questi elementi, nell’Alto Sangro dovrebbe essere operativa l’autoambulanza medicalizzata. Anzi, il sistema di emergenza/urgenza del 118 nell’Alto Sangro dovrebbe essere potenziato per garantire un intervento certo, pronto ed efficace in caso di emergenza/urgenza per tutte le persone che ne abbiano necessità, anche in considerazione della morfologia del territorio, che accentua la distanza tra i presidi ospedalieri muniti dei servizi di pronto soccorso, della distribuzione dei presidi ospedalieri con Dea o Pronto Soccorso più vicini, e, in ultimo, dei flussi turistici stagionali. Invece, come constatato in passato, anche per il mese corrente, le aree interne continuano a subire una profonda ed ingiusta desertificazione del servizio sanitario pubblico e, nello specifico, di quello dell’emergenza/urgenza. Ciò mette a rischio il diritto alla salute di tutti i cittadini e le cittadine, siano essi residenti nei comuni del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e/o turisti e turiste. Infatti, non dimentichiamoci che l’Alto Sangro è anche caratterizzato da una massiccia affluenza turistica, soprattutto in determinati periodi dell’anno, come l’estate, ormai alle porte. Come già denunciato in passato, le cittadine e i cittadini, anche turiste e turisti, dell’Alto Sangro si trovano deprivati dei servizi sanitari essenziali, con una grave precarietà di vita, quando, invece, il Sistema Sanitario, come già anticipato, dovrebbe garantire interventi equi ed omogenei su tutto il territorio regionale, attraverso una riprogrammazione seria, concreta ed efficace di tutti i servizi sanitari e, in particolare, di quello dell’emergenza/urgenza, anche nelle aree interne. Nessuna decisione è emersa in sede di audizione, nonostante l’urgenza di trovare una immediata soluzione, considerando, tra l’altro, il perdurare di questa grave situazione da ormai più di tre anni. Non è ammissibile che un territorio come quello dell’Alto Sangro, che, considerate le sue caratteristiche, meriterebbe maggiore attenzione e cura da parte della ASL e del governo regionale, ancora oggi, risulti invece sprovvisto del medico del 118 e della guardia medica turistica. Continueremo, quindi, la nostra mobilitazione affinché si trovino urgentemente le soluzioni necessarie a garantire, in termini di emergenza urgenza, assistenza e cura e il ripristino dei requisiti minimi indicati dalla stessa Giunta Regionale, con la riattivazione del servizio della guardia medica turistica".
Il Segretario CGIL L’Aquila
Francesco Marrelli
Comitato Cittadini e Territorio Ponte del Giovenco
Silvano Di Pirro
Osservatorio Sanità in Alto Sangro
Erminio Colantoni
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