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sabato 3 febbraio 2024

"HA PRESO IL VOLO DALLA TRECCANI IL PREMIO INTERNAZIONALE GENNARO MANNA"


ROMA - "Un successo la prima edizione del Premio intitolato al grande scrittore abruzzese e Le Rosse Pergamene. Ha preso il volo da Roma, il 22 gennaio scorso a Palazzo Mattei di Paganica, sede dell’Enciclopedia Treccani - uno dei templi della cultura italiana –, il Premio Internazionale Gennaro Manna dedicato al grande scrittore abruzzese (Tocco da Casauria, 24 maggio 1922 - Roma, 11 aprile 1990). Un verso successo già alla sua prima edizione, questo importante avvio del significativo tributo allo scrittore, critico letterario e poeta, su cui stava indebitamente calando un appannamento. Il Premio a lui intitolato riporterà lo scrittore sotto nuova luce, determinando un’attenzione sull’intero corpus delle sue opere. La produzione letteraria di Gennaro Manna si compone di romanzi, saggi e poesie pubblicate in una raccolta postuma. Finissimo scrittore di spiccata attività intellettuale e feconda creatività letteraria, le sue opere sono state tradotte in diverse lingue. Collaboratore di importanti testate giornalistiche nazionali, quali il Tempo, l’Osservatore Romano e La Discussione, ne curò la terza pagina culturale. E’ stato anche autore teatrale e sceneggiatore per la televisione in famosi originali televisivi.



Dopo la laurea in Giurisprudenza, Gennaro Manna fu assunto come funzionario della Cassa del Mezzogiorno con incarichi di studio e di lavoro che lo portarono spesso nel Meridione. A Matera, dove visse alcuni anni, scrisse infatti il suo primo romanzo “Le terrazze”, ambientato in Abruzzo vicino al suo paese natale, che vinse nel 1958 il Premio “Corrado Alvaro”. Sempre a Matera scrisse nel 1962 “Un uomo senza cappello”. Del 1968 il suo terzo romanzo, “L’aquila impagliata”, che fu preceduto da un saggio sulla natura del romanzo moderno. La contrapposizione tra società rurale e la realtà urbana domina nel romanzo “L’abdicazione”, scritto nel 1973, in cui la società contadina con i suoi antichi valori, propri dei protagonisti, si scontra amaramente con la vita metropolitana d’una Roma moralmente fradicia. E’ del 1977 l’uscita del romanzo “Il potere e la maschera”, vincitore del “Premio Basilicata”. Tema sempre presente e caro allo scrittore, ossia la trasformazione culturale e l’assopimento dei valori nella società rurale, si ritrova nel saggio del 1979 “Tramonto della società contadina”, insignito del premio speciale “Nuovo Mezzogiorno”. 





“La casa di Napoli” può essere ritenuta l’opera culminante della feconda esperienza letteraria di Gennaro Manna. Il romanzo, scritto nel 1981, vinse il prestigioso Premio internazionale “Grinzane Cavour”, con vasti consensi della critica. Alla pubblicazione e al successo del romanzo seguì inspiegabilmente una lunga pausa nella produzione narrativa dello scrittore, la cui sensibilità fu messa dura prova dal disagio e dallo sconforto causato dai repentini mutamenti dei costumi e dalla decadenza etica accentuatasi negli anni ’80. Cattolico democratico impegnato, dai solidi valori morali, avvertì fortemente la decadenza etica della società italiana, tanto da richiudersi in se stesso rarefacendo persino le relazioni amicali che aveva sempre coltivato. Nel 1989 esce il libro di racconti “Dispetto e malizia”.  Un profondo travaglio interiore connota il romanzo “Adamo a Gaeta”, uscito nel 1990 dopo lunga gestazione. L’autore, in una probabile induzione autobiografica, narra di un pubblico funzionario che lasciata Roma va a vivere a Gaeta per sottrarsi al problematico ambiente della capitale, anzitutto per recuperare la sua pace interiore. Un’illusione, perché si ritrova davanti i propri interrogativi esistenziali arrivando alla consapevolezza, in una vera e propria crisi spirituale, che la vita umana rasenta l’assurdità e diventa un peso opprimente. Nel 1997, pubblicata postuma, la silloge “Dopo il varo della porta”, una raccolta di liriche intense e di straordinaria sensibilità interiore.

Tornando al Premio internazionale Gennaro Manna, come si diceva, un successo la prima edizione, celebrata tra le colonne e i soffitti dipinti della splendida Sala Igea, sita al pianterreno del Palazzo della famiglia patrizia romana Mattei Orsini. A distanza d’una decina di giorni dall’evento, riflettendone ogni aspetto, oltre all’attenzione riscontrata nel mondo culturale della Capitale e sui mezzi d’informazione, è giusto ora darne una valutazione non emozionale ma ragionata e raccontarne in dettaglio lo svolgimento. Anima e motore del Premio è la figlia dello scrittore, Anna Manna, finissima poeta e infaticabile operatrice culturale, la quale, insieme alla sorella Elisa, ha fortemente voluto e progettato l’evento letterario e Le Rosse Pergamene del Nuovo Umanesimo. E’ lei stessa, Anna Manna, ad aprire lunedì 22 gennaio la manifestazione, con una riflessione a tutto tondo del valore primario della Cultura, sempreché sia affrancata da scorie, personalismi e altri interessi. Non senza un velo di commozione fa richiami a Gennaro Manna, un padre sensibile e profondo che l’ha educata alla cultura senza ricorrere al sussiego di lezioni genitoriali, ma solo all’adamantina chiarezza dell’esempio. L’educazione, insomma, impartita nella tenerezza, attraverso la testimonianza di valori universali incarnati nella quotidianità della vita. Un’educazione alla Cultura maiuscola, che lei stessa da sempre pratica e che connota ogni sua manifestazione, ogni evento. In ciò avvalendosi di prestigiose collaborazioni, che si fondano sulla stima reciproca, sull’amicizia vera, sulle affinità nel campo dei valori etici e culturali. Le sono infatti accanto, al tavolo della presidenza, i presidenti di giuria delle Sezioni che compongono il Premio, personalità dalle storie insigni nei rispettivi campi: Mario Narducci presidente della sezione POESIA, Anna Maria Giancarli per la sezione POESIA DONNA, Daniela Fabrizi per la sezione POESIA GIOVANI EMERGENTI, Liliana Biondi per la sezione SAGGISTICA, Goffredo Palmerini per la sezione GIORNALISMO, la stessa Anna Manna per la sezione L’ITALIA CON SENTIMENTO. Dalla seconda edizione si aggiungerà la Sezione SOCIOLOGIA, coordinata da Elisa Manna e riservata a giovani studiosi, il cui presidente di giuria sarà Giuseppe De Rita.



La Sala Igea è quasi del tutto ricolma di pubblico, ha in prima fila le personalità vincitrici del Premio. A differenza di altri premi in campo letterario, il Premio internazionale Gennaro Manna si connatura nel conferimento “per chiara fama” e ciascun presidente di giuria delle varie Sezioni traccia un profilo biografico dell’insignito e proclama la motivazione dell’attribuzione del riconoscimento. E’ Mario Narducci, giornalista di vaglia e poeta insigne, ad aprire da par suo la cerimonia di premiazione, con un omaggio poetico a Gennaro Manna, declamando una lirica che Narducci ha composto nel 2022, nel centenario della nascita dello scrittore casauriense".


A GENNARO MANNA
di Mario Narducci

Sempre ti porta il cuore
nel paese del vento
grembo della Maiella
figlio d’Abruzzo
che il dolente aprile
sottrasse ai caldi affetti
e a più degni allori.

Struggimento d’anima
le tue malinconie
Tocco Casauria fiata boschi
e passi di ragazzo
e tendevi la mano tra le querce
che videro Michetti
l’amico di D’Annunzio
correre per le strade dell’infanzia.

Tu eri l’ “uomo naturale”


di Goffredo Palmerini

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