PRATOLA - "Il 17 gennaio è il giorno in cui la tradizione ricorda sant'Antonio abate, patrono dei contadini, degli allevatori e protettore degli animali, come testimoniano i principali elementi iconografici che lo identificano: il maiale, il bastone con il campanellino e il fuoco ai suoi piedi.Ieri sera a Pratola Peligna consueta manifestazione per le vie cittadine.La festa di Sant' Antonio Abate è diffusissima in Abruzzo essendo il santo una delle figure principali della religiosità popolare.
Il 17 gennaio è indicato dalla tradizione copta, siriana e bizantina, come il giorno della morte di Sant' Antonio e quindi della sua nascita celeste.
Sant' Antonio fu il santo delle tentazioni: il diavolo gli apparve in tutte le sembianze, angeliche, umane e bestiali.
Viene invocato per la salute del bestiame domestico e del corpo, specialmente contro il «fuoco di Sant'Antonio», l'afta epizootica.Il culto di Sant' Antonio è particolarmente diffuso tra le comunità rurali. Vengono attribuite feste in onore del santo, che si caratterizzano per le rappresentazioni, in forma teatrale e melodica, delle tentazioni del diavolo; vengono accesi solstiziali e preparati i granati, in dialetto "j ranète" (ossia chicchi di granturco lessi) che venivano distribuiti gratuitamente a chiunque fosse venuto a cercarne durante la giornata. Specie nelle ore pomeridiane, in giro per il paese, si vedevano gruppi di giovani e di ragazzi d'ambo i sessi (piuttosto affamati, a dir la verità) che andavano "pè ranète" in omaggio alla pia consuetudine. Si trattava di un cibo rituale con proprietà protettive e propiziatorie.A Pratola Peligna ( a cui si riferiscono le immagini fotografiche) la tradizione vuole che la sera del 16 di gennaio,si svolga una "rappresentazione in costumi caratteristici" con Sant' Antonio e il diavolo, impersonati da due confratelli della SS.Trinità, accompagnati da musicanti che cantano la vita, le tentazioni e i miracoli del santo e girano per le vie del paese fino a tarda notte.
.Il 17 gennaio per la festa di Sant' Antonio a Pratola è antica usanza benedire gli animali; dopo la funzione della santa messa, presso la chiesa della SS.Trinità, la statua del santo viene portata in processione fino a piazza Garibaldi nel centro del paese, dove il Parroco impartisce la sua benedizione ad un coloratissimo corteo composto da animali domestici: cani, gatti, galline, oche, cavalli, canarini, pappagallini; e pittoreschi carri agricoli: trattori.. tutti inghirlandati con nastri colorati, e grossi ciambellani di pan salato.
Anticamente il parroco benediceva asini, muli, cavalli, buoi, vacche, vitelli, branchi di pecore e capre.
Gli animali ripuliti e ornati con bardature fiammeggianti, sfilavano (non sempre docilmente per la verità) davanti al sacerdote benedicente accompagnati dai loro padroni, dall'aria fiera e un po' guardinga, anch'essi vestiti a festa.
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