Il sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero ha tempestivamente chiesto il rinvio della riunione sul metanodotto indetta dal Governo: si tratta, a nostro parere, di una iniziativa quanto mai giusta ed opportuna in quanto manca ancora il fondamentale studio sul rischio sismico commissionato dal Ministero dello Sviluppo Economico all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Il Sindaco ha anche invitato gli altri enti pubblici coinvolti nel procedimento autorizzativo (oltre 50), a fare altrettanto. E bene ha fatto il Comune a preannunciare che, qualora la riunione dovesse tenersi ugualmente e dovessero essere assunte delle decisioni, queste ultime, in assenza dello studio dell’INGV, saranno considerate illegittime. Ci auguriamo che anche le Regioni, le Province e i Comuni interessati assumano la stessa ferma posizione del Comune di Sulmona e che anche i parlamentari del territorio si attivino per ottenere il rinvio. Altra importante ragione per il rinvio è proprio il motivo invocato dall’Avvocatura dello Stato in merito all’udienza del Tar Lazio. Se i documenti del MITE non sono disponibili per la centrale, come possono essere disponibili per il metanodotto, procedimento sicuramente più complesso del primo?
Intendiamo ribadire ancora una volta che il metanodotto Linea Adriatica (425 chilometri per un costo complessivo che supera il miliardo e 500 milioni di euro) è un’opera , oltre che dannosa, totalmente inutile tanto che, perfino l’ENI e l’ Anigas (l’associazione di Confindustria delle aziende distributrici del gas), hanno espresso il loro dissenso sulla sua realizzazione. Il massimo consumo di gas in Italia si è avuto nel 2005 con oltre 86 miliardi di metri cubi. Da allora ad oggi le infrastrutture interne (gasdotti, centrali e stoccaggi) sono state ulteriormente potenziate, al punto che esse potrebbero assicurare il trasporto e la distribuzione di almeno ben 115 miliardi di mc. Gli attuali consumi non superano i 76 miliardi di mc. l’anno e la stessa Snam prevede che essi scenderanno a 62 miliardi entro il 2030. La conclusione è che l’Italia ha una capacità di trasporto superiore ai consumi interni : casomai dovremmo cominciare un’azione di dismissione e ad attuare una rapida svolta verso le rinnovabili anche per recuperare quel tempo perso negli anni precedenti e che oggi ci avrebbe consentito di assorbire in gran parte lo shock energetico per la mancanza del gas russo.
Ma Governo e Snam insistono nella folle scelta di sperperare denaro e manomettere il territorio: tanto a pagare sarà sempre Pantalone, cioè i cittadini italiani attraverso le sempre più esorbitanti bollette energetiche".
Comitati cittadini per l’ambiente
Coordinamento No Hub del Gas
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