L’alberello offerto in dono possiede lo stesso genoma della specie macrophilla columnaris magnolioides poiché riprodotto (a talea) dai ramoscelli potati del Ficus che si staglia davanti l’abitazione palermitana dove risiedevano i giudici Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo, uccisi dalla mafia il 23 maggio del 1992 insieme agli agenti di scorta.
L’“Albero Falcone” è un sempreverde, diventato un monumento vivente simbolo di una società libera dalle mafie e non solo a Palermo, ma in tutta Italia. È per questo che dallo scorso aprile rientra nel progetto “Un Albero per il Futuro”, promosso dal Ministero della Transizione Ecologica, che prevede l’impianto (fino al 2002) di più di 500mila esemplari di flora autoctona da diffondersi per mezzo dei Reparti Carabinieri Biodiversità in collaborazione con gli istituti scolastici del territorio nazionale, contribuendo così ad un significativo risparmio di Co2.
Le oltre mille gemme provenienti dall’Albero Falcone sono state replicate presso il Centro Nazionale Carabinieri per la Biodiversità di Pieve Santo Stefano (Arezzo) e da qui proviene l’esemplare giunto a L’Aquila.
Il suo inserimento all’interno del Palazzo di Giustizia, una cui ala si presenta come una grande serra sormontata da vetrate trasparenti che filtrano i raggi solari, capace di ospitare tale specie arborea, vuole anche significare l’inarrestabile processo educativo di legalità in genere e ambientale in particolare, perseguito dalle istituzioni con la complicità delle generazioni future cui è affidata la salvaguardia del pianeta e il mantenimento di una società civile.
Il passaggio di consegna del neonato albero e la messa a dimora di altre piante di specie diversa, allevate dal Reparto Carabinieri Biodiversità, sono state testimoniate da due delegazioni di giovani studenti appartenenti agli istituti superiori tecnici Amedeo D’Aosta e Da Vinci–Colecchi della città".
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