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mercoledì 31 marzo 2021

REGOLAMENTO VIA VERDE” SUL SITO DELLA PROVINCIA - PUBBLICATO SUL SITO DELLA REGIONE ABRUZZO IL PST (PIANO SPECIALE TERRITORIALE)

CHIETI - “Regolamento via verde” sul sito della Provincia – oggi scadono i termini per le osservazioni.Continuiamo a credere che il regolamento proposto dalla Provincia sia non solo illegittimo, ma anche in contrasto con quanto previsto dalla Legge 5/2007 e dal neo PST – Cosa aspetta la Provincia a stracciarlo?Pubblicato sul sito della Regione Abruzzo il PST (Piano Speciale Territoriale) – Rivedere i piani regolatori approvati dai Comuni!Plauso al Comune di San Vito Chietino che continua ad operare in ottica di pianificazione e programmazione contro il consumo di suolo.A inizio 2021 la Provincia di Chieti ha pubblicato sull'Albo Pretorio la documentazione relativa al Regolamento Via Verde e invitato la società civile a fare le proprie osservazioni.Si tratta della stessa documentazione già contestata a dicembre 2020 e che ha incassato lo stop della Regione Abruzzo (si allega la nota) per mancanza di competenza da parte della Provincia, trattandosi di opera a valenza strategica regionale.Il coordinamento Tu Vi.V.A, a fine febbraio (inizialmente la scadenza delle osservazioni era il primo marzo, poi posticipate al 31) ha risposto alla pubblicazione, con la stessa identica documentazione predisposta a dicembre 2020 (si allegano le lettere del 10 e del 15 dicembre 2020), poiché nulla era stato modificato.

Per ripercorrere quanto già contestato a dicembre 2020: abbiamo contestato in toto il regolamento e ogni atto collegato, sia nei suoi presupposti formali di osservanza alle norme e alle pianificazioni sovraordinate; sia nei suoi contenuti visto che si limitano a regolare l’occupazione di aree.

Le modalità di gestione delle aree demaniali di risulta delle ex. FS ci sembrano del tutto discrezionali, senza una visione adeguata di sviluppo sostenibile, senza concreta pianificazione, senza alcun indirizzo e coordinamento con gli altri enti territoriali. Basti pensare che il regolamento è stato emesso in totale assenza di una pianificazione sovraordinata che parta dalla Regione, in ossequio alla L.5/2007. La pianificazione della Costa Teatina rientra nella pianificazione di tutto il territorio abruzzese. Considerando che il corridoio ciclopedonale della Via Verde percorre tutta la Regione, si necessita pertanto di una regolamentazione unica.

Il procedimento avviato dalla Provincia è viziato “ab origine per incompetenza”: da una parte sembrerebbe travalicare le competenze in termini di pianificazione urbanistica spettanti ai comuni, non limitandosi dunque a svolgere un ruolo di raccordo (che è quello che dovrebbe fare); dall'altra non ha garantito che lo sviluppo economico e culturale della comunità provinciale avvenisse nel rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali visto che all’interno del regolamento non c’è traccia delle importanti riserve naturali, SIC, aree archeologiche presenti sul territorio coinvolto, oltre che il problema dell’erosione costiera. Manca inoltre anche una attenta valutazione, turistica ed economica, delle aree interessate, anche al fine di abbracciare le nuove sfide climatiche, ambientali e di turismo sostenibile. Occorre dunque tutelare il patrimonio naturalistico, paesaggistico, archeologico ed economico di grande pregio, che richiedono altresì anche l’attuazione di procedimenti VAS e Vinca. Tale situazione non consente in alcun modo alla Provincia di mettere in atto questa fuga solitaria e incontrollata in avanti.

Tale modus operandi interferisce con la reale esigenza, sempre più urgente e non più procrastinabile, di un serio assetto volto alla tutela e valorizzazione delle aree ricadenti nelle proprietà demaniali, private o pubbliche, ricadenti nella gestione territoriale, pianificatoria e regolamentare dei Comuni che non può essere scavalcata o ignorata.

Per quanto detto, la proposta si mostra vetusta nella forma e nei contenuti, non prendendo nel debito conto le prospettive di transizione ecologica in atto e dell’utilizzo dei fondi comunitari che dovranno essere destinati proprio al rilancio, previa e concomitante attività di salvaguardia del territorio ed in particolare della costa teatina con la sua fragilità come ben esposto nello stesso PTCP della provincia di Chieti.

Il 15 marzo 2021 la Regione ha approvato il PST - Al momento della pubblicazione del regolamento di gestione della Via Verde proposto dalla Provincia, il piano di assetto (dell’intera Costa abruzzese e quindi anche di quella teatina) non era ancora stato predisposto.

Il 15 marzo 2021 il PST è stato pubblicato sul sito della Regione. Stiamo studiando la documentazione pubblicata. Ci sembra comunque, ad una prima lettura, che il PST confermi ulteriormente le inosservanze rilevate nella proposta di regolamento, di fatto dandoci ragione. E se anche il PST sembra indirizzarci verso una pianificazione più sostenibile, suggeriamo alla Regione e alla Provincia di non dare per concluso il processo di definizione  del Piano di Sviluppo Territoriale, poiché a nostro avviso, andrebbero approfondite alcune tematiche e coinvolta la società civile in merito alla definizione di una programmazione e pianificazione realmente “green”.

In particolare, emergono alcune preoccupazioni relative alla costante crescita dell' “industria turistica” (quella della francavillizazione, per intenderci) e agli impatti che questa scelta può determinare in ottica di sempre maggior numero di conflitti relativi al peculiare uso del territorio che questa industria determina.

Occorrerebbe che la Regione facesse alcune riflessioni e approfondimenti sulla politica di gestione dei flussi di visitatori, sulla trasformazione delle dinamiche abitative e sulle tematiche inerenti la sostenibilità ambientale che tale modello comporta.

Il fenomeno del “turismo industrializzato” sta assumendo, specialmente per il litorale abruzzese - costa Teatina – trabocchi, un modello economico capace di ridefinire o sconvolgere profondamente l'organizzazione spaziale, sociale ed economica del litorale abruzzese, nella direzione dell'attrazione turistica, plasmata a partire dall'immagine commerciale stereotipata della destinazione dell'Abruzzo. Si dovrebbe invece favorire un modello di turismo sostenibile, lento, diffuso su tutto il territorio e non concentrato sulla fascia litoranea, in grado di garantire al turista esperienze, significative e vive, da “cittadino temporaneo”.

In sintesi bisogna dare uno stop alla possibilità di trasformazione delle aree di risulta della costa e delle aree retrostanti medio collinari e allo scellerato consumo di suolo, affinchè queste rimangano nelle condizioni attuali di attrattiva paesaggistica, naturalistica, culturale propria del territorio e delle popolazioni residenti. E' questo processo di tutela, mantenimento e miglioramento dell'esistente (arrivare ad una mobilità sostenibile, azzerare la produzione di plastica, miglioramento qualità delle acque ecc) che può determinare un incremento della qualità della vita dei residenti e delle attività turistiche.

All'interno di questa cornice la Regione dovrebbe approfondire e confrontarsi con tutte le forze sociali esistenti interessate ad uno sviluppo turistico realmente sostenibile della costa -e quindi anche della Costa dei Trabocchi, delle aree di risulta e abbracciando le aree collinari , montane e rurali.

Inoltre bisognerebbe rivedere i piani regolatori approvati dai Comuni, perché spesso essi stessi hanno pianificato il loro territorio pensando che la cementificazione della costa e il consumo di suolo potessero avere uno sviluppo turistico ed economico. La domanda turistica degli ultimi anni dimostra proprio il contrario, così come balza all'evidenza che l'offerta turistica della costa abruzzese non risponde a tale domanda orientata alla sostenibilità e qualità ambientale e dei servizi, determinando una decrescita della domanda nel tempo.

In questo senso facciamo un ulteriore plauso all'amministrazione comunale di San Vito Chietino che in merito al progetto di mega-resort in località Colle Foreste ha posto un ulteriore stop al piano della ditta: in sintesi oltre ad aver già da anni puntato ad una programmazione del territorio a consumo di suolo 0, rinnova lo stop ad opere faraoniche, puntando sulla difesa della qualità del territorio e sulla scelta dello sviluppo economico attraverso la piccola ricettività diffusa.


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