Il tutto al netto della forza organica del quadro permanente che all'epoca era di gran lunga superiore in numero rispetto a quella attuale.In sostanza in quel periodo l'ordinario servizio era svolto da più di 290 poliziotti assegnate al carcere di Piazzale vittime del dovere ai quali,come dicevo, si aggiungevano le 30 unità del GOM ivi presenti in missione.A ciò andava associato il fatto che rispetto ai circa 400 detenuti oggi presenti nel penitenziario e tutti rientranti nel c.d. circuito AS( alta sicurezza) all'epoca erano meno di 100 coloro i quali rivestivano questa denominazione che, lo ricordiamo, ricomprendono tutte persone assoggettate al mondo della mafia.
I restanti erano detenuti di media sicurezza ed internati.Non bisogna altresì sottovalutare il fatto che a breve verrà aperto il nuovo padiglione e con esso l'arrivo di altri 200 detenuti.Oggi , se tutto va bene, solo 246 sono le unità di polizia penitenziaria potenzialmente utilizzabili e 0 quelle del GOM.
Tradotto in soldoni rispetto a prima la sicurezza oggi verrebbe assicurata da ben 86 persone in meno.Non c'è bisogno di aggiungere altro.
Tutti , anche chi non è avvezzo a questo mondo e guardando questi numeri, capirebbero che sarebbe non solo improduttivo ma anche pericoloso fare rientrare i collaboratori.Invitiamo quindi la competente Dirigenza generale del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria a rivedere tale decisione e procedere a collocare altrove, meglio se un istituto esclusivamente dedicato a loro, i collaboratori di giustizia destinati a Sulmona.
Non male sarebbe, inoltre, commutare il reparto presso il quale insistevano fino a prima dell'emergenza, una volta debellato il Covid, in un più sicuro ed ampio presidio dedicato alle multi video conferenze".
Mauro Nardella segretario generale territoriale UIL PA polizia penitenziaria e componente CST UIL Adriatica Gran Sasso
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