SULMONA - La mozione di sfiducia non riesce ad avere i voti necessari e il sindaco Annamaria Casini continua il suo cammino.Con sette voti favorevoli e sei contrari la mozione è stata respinta perché non ha raggiunto il numero dei nove voti necessari per l’approvazione e per avviare le procedure di scioglimento del Consiglio Comunale. Hanno pesato le assenze di due consiglieri di maggioranza ma il verdetto del consiglio conferma che il sindaco resta in sella.
Due i voti di astensione, quello dello stesso sindaco Casini e del presidente del consiglio Katia Di Marzio. È stata un'assise civica tesa e dai toni accesi, con una grande partecipazione di pubblico.
La mozione di sfiducia per mettere fine all'attuale mandato amministrativo non passa ma il quadro politico a Sulmona è tutt'altro che sereno. Dopo settimane di trattative per ricomporre la giunta, che si era sciolta, a causa del ritiro di due assessori, voluto da Bruno Di Masci, i 16 componenti del consiglio comunale di Sulmona, si sono ritrovati nuovamente in assise per decidere sulle sorti del sindaco in carica. A richiedere questa volta la discussione della mozione di sfiducia, sei esponenti di minoranza che hanno deciso, proprio quando una settimana fa si stava ricomponendo la nuova giunta.
Presentata in veste istituzionale la nuova giunta di cui faranno parte i nuovi assessori, Salvatore Zavarella, Marina Bianco e Luigi Di Cesare.
In7 in opposizione hanno votato per le dimissioni, 6 di maggioranza per la fiducia, mentre il sindaco e il presidente del Consiglio Katia Di Marzio (in opposizione con il gruppo Italia Viva) si sono astenute. La mozione quindi non passa seppur i numeri direbbero il contrario, non passa perché sarebbero stati assolutamente necessari 9 voti per mettere fine all' odierna amministrazione, ossia la maggiornaza assoluta. C'è da dire che mancavano due membri che non hanno potuto esprimere la loro posizione in assise.Durante la seduta è emerso un quadro che lascia spazio ad interpretazioni di instabilità politica, perché alcuni membri della maggiornaza hanno mostrato, in un primo momento, di voler votare la sfiducia, ma di essere contrari al lungo commissariamento.
Ma nonostante l'intervento del segretaio comunale per spiegare che i tempi per tornare alle urne ci sarebbero fino al 24 febbraio, sia in caso di sfiducia che di dimissioni contestuali, alla fine anche chi era incerto ha deciso di votare per continuare con la nuova giunta che si è costitutita.
Durante la discussione in aula c'è stato uno scontro acceso tra il primo cittadino e la consigliera di minoranza, passata da poco da Forza Italia al partito Fratelli d'Italia.
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