SULMONA - Non avere un lavoro con familiari a carico deve indurre a tutelare le persone esentandoli dal pagamento del ticket sanitario. Muove in questa direzione una sentenza dello scorso 23 novembre del giudice del tribunale di Sulmona Anna Maria De Santis che ha condannato la Asl N.1 alla restituzione di 150 euro ed al pagamento di 400 euro di spese legali. Si tratta di una nuova causa vinta dal Tribunale per i diritti del malato sulle esenzioni ticket. “Avevamo riscontrato – spiega la responsabile dell’area legale del Tdm Catia Puglielli – che una persona disoccupata, priva della dichiarazione dei redditi, non poteva beneficiare dell’esenzione ticket perché la direttiva ministeriale stabilisce che i familiari a carico devono essere intesi anche fiscalmente.
Ciò è sembrata un’ingiustizia oltre ad un’interpretazione restrittiva ed illogica della normativa che dovrebbe invece tutelare quei disoccupati che, non avendo nulla, non sono in grado di presentare la dichiarazione dei redditi. Il giudice ha chiarito questa circostanza sostenendo che la legge prevede che l’inoccupato non ha l’obbligo di pagare il ticket se ha un reddito al di sotto dei 7.500 euro”. Il caso apre spiragli a favore delle tante persone che, non avendo un reddito a sufficienza o per niente, sono state costrette a pagare la Asl. Sono in Provincia dell’Aquila ve ne sono circa millecinquecento. Il segretario regionale di Cittadinanzattiva Aldo Cerulli ha annunciato che si farà carico di affrontare la problematica a livello regionale ma anche nazionale al fine di giungere ad una corretta applicazione della normativa. “Intendiamo far presente della situazione il Ministro della Salute – ha detto Cerulli – per arrivare a giudizi in cassazione che possano sanare i dubbi interpretativi sulla direttiva ministeriale”.