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domenica 11 ottobre 2015

SARA SIMEONI A SULMONA PER I TRICOLORI CADETTI

SULMONA - Sara Simeoni l’atletica in persona. Nel 1980 ha conquistato il Mondo vincendo la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca. Oltre a quello mondiale ha detenuto il primato italiano per 36 anni. Un salto nel tempo averla ospite a Sulmona. Da Sara Simeoni i giovani possono e devono trarre molto insegnamento.
“Questi campionati cadetti – ha affermato – rappresentano un momento importante in quanto i giovani saranno chiamati dopo a compiere scelte per il futuro. Apprezzo inoltre il clima di festa che si registra in queste occasioni grazie ad uno sport vero e genuino”.

D – Sara Simeoni come è cambiata l’atletica giovanile rispetto ai suoi tempi?

R – “A livello di partecipazione è ancora molto simile ma non avevamo impianti come quelli di adesso e come quello di Sulmona. Eravamo dei pionieri ma lo spirito che unisce le nuove generazioni è rimasto uguale”.

Nonostante la sua figura di icona dello sport italiano, Sara Simeoni dichiarò anni fa di essere stata emarginata dai potenti dopo aver messo in piedi un progetto per i giovani e per le scuole. Non è servito aver vinto tutto per affrontare, a carriera finita, il salto più difficile purtroppo non riuscito. “Avevamo cominciato una bella esperienza che non è stata più continuata per motivi indipendenti dalla mia volontà. L’impegno ed i risultati ci sono stati ma per qualcuno non è stato il caso di intraprendere un discorso del genere. Non è comunque tutto perso. Basta rimboccarsi le maniche e lavorare nella maniera giusta”.

D – Come deve essere incentrato per Sara Simeoni il lavoro per la valorizzazione dei giovani?

R – “Lavorando con i giovani non si può pensare di averli un domani per forza in nazionale. Vanno fatti crescere nel modo giusto e adeguato alla loro età. Se si esagera si fa solo male ai ragazzi rischiando di dover aspettare ancora altre generazioni per vedere risultati. Non bisogna avere fretta portando a tutti i costi i giovani a Rio ma si deve avere il tempo necessario e cioè lavorare bene per le Olimpiadi successive”.