SULMONA - “Gran parte dei dipendenti della casa di riposo di Palazzo Mazara è stato costretto a dimettersi per giusta causa in quanto non sussistono garanzie e prospettive future all’interno della struttura”.E’ quanto afferma il delegato della CISL Funzione Pubblica, Marcello Ferretti, in merito alla vicenda della casa di riposo inaugurata nel 2012 a Sulmona, nel restaurato Palazzo Mazara. Lo storico edificio gentilizio di proprietà della Comunità Montana Peligna, che si trova in Largo Mazara, venne ristrutturato dalla società “Progresso srl”, con la supervisione della Soprintendenza, ed adibito a residenza per anziani.
Ad occuparsi della gestione sin dall’inaugurazione è stata la stessa società “Progresso srl”.“La casa riposo fin da subito ha manifestato difficoltà verso i dipendenti”, spiega la Cisl Funzione Pubblica, “pagando saltuariamente gli stipendi. I dipendenti hanno ricevuto le loro spettanze solo fino al mese di febbraio 2013 e fino ad oggi hanno sempre lavorato senza avere alcun rientro economico. In questi mesi ci sono stati diversi incontri con i rappresentanti dell’amministrazione della Progresso srl, ovvero l’Ing. Pasquale Franciosa e il presidente della Ascom Fidi, Claudio Mariotti. Incontri purtroppo che non
hanno avuto alcun esito positivo. Per questo nel mese di ottobre 2013 è stato proclamato lo stato di agitazione ed avviata la procedura di raffreddamento”.A novembre 2013 c’è stato un incontro alla Prefettura dell’Aquila, cui hanno partecipato i rappresentanti dei lavoratori, la Cisl Funzione Pubblica e i rappresentanti della società. In quell’occasione è stato redatto un accordo, che però non è stato rispettato.“L’accordo prevedeva”, conclude Marcello Ferretti, “il pagamento immediato del 35% degli stipendi dei 10 dipendenti, mentre il restante 65% sarebbe stato dovuto pagare in due tranche successive: la prima parte entro il 31 gennaio 2014 e la seconda nella parte restante dell’anno, divisa in otto rate. Ma, nonostante tutte le rassicurazioni, i dipendenti ad oggi hanno ricevuto solo il 35% del pregresso e non il pagamento dei restanti mesi lavorati. La situazione è diventata grave ed insostenibile. Per questo chiediamo l’adempimento degli accordi presi in Prefettura e la salvaguardia dei posti di lavoro. La società Progresso Srl deve indicare con chiarezza quali sono le prospettive future della struttura”.
Marcello Ferretti
Cisl Funzione Pubblica – Sulmona
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