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mercoledì 13 novembre 2013

INSORGONO LE PROVINCE ABRUZZESI PER I TAGLI DEL GOVERNO

Ventinove milioni di euro di cui le Province abruzzesi dovranno fare a meno nel 2013. E' quanto e' stato deciso dal governo centrale adottando il D.L.31 ottobre 2013, n.126, dal titolo "Misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio". Un'ulteriore mazzata per le Province abruzzesi, in aggiunta a quelle gia' ricevute nei mesi e negli anni precedenti, che ha spinto i presidenti delle Province di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, dell'Aquila, Antonio Del Corvo, di Pescara, Guerino Testa, e di Teramo, Valter Catarra, a far sentire nuovamente la loro voce per evidenziare le enormi ricadute negative causate da questo provvedimento. "Troppo spesso ci si dimentica che quando si parla di Province si fa riferimento a servizi essenziali, voci di spesa incomprimibili come quelle per la gestione delle scuole, per la manutenzione delle strade e per i servizi sociali - affermano i presidenti delle Province abruzzesi - Ci tocca fare quotidianamente i salti mortali per mettere le pezze in modo da garantirne l'erogazione con sempre meno fondi a disposizione, anzi potendo contare ormai quasi solo sulle nostre risorse. Non sappiamo piu' cosa dire ai cittadini che giustamente pretendono qualita' e trasparenza, mentre oggi sono costretti a transitare lungo strade in alcuni casi ridotte a colabrodo e a frequentare scuole ai limiti delle norme di sicurezza". "Fortunatamente - ironizzano i quattro presidenti - nel titolo del Decreto Legge si parla di misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali, non osiamo immaginare cosa avremmo dovuto aspettarci se avessero parlato di tagli. A noi ci pare che questa strategia sia anche un modo indiretto e scorretto per sfiancare le Province e renderle deboli anche dal punto di vista dell'opinione pubblica, considerate sempre piu' enti inutili. Eppure da 150 anni servono il Paese e i cittadini incidendo per l'1,26% sulla spesa pubblica, diversamente da Regioni, governo centrale e Comuni che gravano assieme per il restante 98,74%". "Ci teniamo a ribadire - concludono i presidenti - che non parliamo senza cognizione di causa, se portiamo avanti le nostre ragioni di amministratori di Province non lo facciamo per semplice dovere istituzionale, ma per reale rispetto dell'Abruzzo e dei cittadini abruzzesi".

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