
SULMONA - Alla notizia che l'ospedale di Sulmona non rientrebbe negli investimenti regionali, Fp Cisl locale propone di alzare la voce e protestare. "Non resta" scrive Marco Lotito in una nota "che la “disobbedienza civile non violenta” alla maniera di Gandhi o più prosaicamente, per venire ai nostri giorni, di Pannella. Ormai questa è l’ultima risorsa a cui attingere perché non ci è rimasto altro da difendere se non la nostra lesa dignità non sarebbe peregrina l’idea che i sindaci del comprensorio riconsegnino il mandato al Prefetto, se non altro in difesa di una dignità personale, se ancora credono di averla".
"Bisogna chiedersi" scrive nella nota "se i cittadini della Valle Peligna siano costituzionalmente tutelati a fronte dei mancati finanziamenti, esclusivamente per il nostro ospedale. L’Art. 3 della Carta recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” Ma siamo davvero tutti uguali dinanzi alla Legge? L’art. 32 della Costituzione Italiana, sancisce la tutela della salute come ”diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”, ma possiamo, noi cittadini peligni di quarta serie, dire che i citati artt. Siano applicati anche dalle nostre parti? A fronte di tasse pagate da tutti i cittadini (più o meno…), in ragione del proprio reddito, ci troviamo a contribuire senza per contro ricevere alcun servizio; chi più di Sulmona ha bisogno di una sanità efficace ed efficiente? Eppure i proventi delle nostre tasse vengono spesi altrove ed allora come ribellarsi a questo stato di cose? Certamente non possiamo più appellarci a qualche referente politico giacchè proprio chi si era proposto tale è il primo a non volerci riconoscere sacrosanti diritti".