SULMONA – “È lungo una vita,/ la tua vita,/che può restare o
può morire./ È l’attimo che segnerà/ la tua esistenza”. E’ “L’attimo”, una
delle poesie contenute nel libro “Parole come soffioni”, figlio dell’estro
creativo di Bice Sabatini, originaria di
Bussi sul Tirino e aquilana d’adozione, presentato nei giorni scorsi nella gremita Abbazia
di Santo Spirito a Sulmona. La tragedia del terremoto del 6 aprile viene raccontata
attraverso strofe e versi da chi
l’ha vissuta in prima persona, con la
convinzione che, forse, di fronte a simili tragedie, solo la poesia può salvare
l’animo addolorato, perduto nel doloroso percorso della memoria. Per l’autrice “le
poesie toccano l’animo, sono la voce dell’anima”. La voce di uno scrittore diviene
la voce di un’intera comunità. Brevi
poesie, spontanee, slegate dalla rigida
metrica, raccontano un’emozione o un istante di vita sconvolta dalla forza devastatrice del sisma, che trascina con sé orrore
e sofferenza. “cumuli di macerie,/ apparentemente inanimati,/ cumuli di vita
abbandonati dalla vita che esala la sua anima”/.