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mercoledì 31 agosto 2011

PICCOLI COMUNI, FASCIANI: "RAFFORZARE GESTIONE ASSOCIATA SERVIZI LOCALI"

SECINARO- “In Italia, contrariamente a quanto si pensa, non abbiamo più municipi rispetto all’Europa”. Ad affermalo è Luigi Fasciani Presidente della comunità montana Sirentina “I numeri di questa evidenza sono i seguenti: nella nostra nazione ci sono 8.094 comuni uno ogni 7.790 abitanti; in Germania ce ne sono 11.334 gaimeinden  uno ogni 7.213 abitanti; in Francia, arrivano a quota 36.680 comunes in pratica uno ogni 1774 abitanti; in Spagna ci sono 8.116 comuni uno ogni 5.687 abitanti, mentre in Inghilterra 9.434 wards uno ogni 6.618 abitanti, concludendo in Europa c’è una media di un comune ogni 4.132 abitanti. Questi dati” continua Fasciani “evidenziano che il vero problema non è il numero dei comuni, ma se mai è necessario aumentare le percentuali di gestione associata dei servizi. Un aumento in linea con quanto previsto
dalla legge 78/2010 che potrebbe portare ad una maggior efficienza dei servizi ed anche ad un deciso risparmio. Questa economia potrebbe essere garantita andando a ridare vigore al “capitale sociale” di impegno civico a bassissimo costo, rappresentato dagli amministratori locali comunali, circa 21.593, in tutta Italia che costano come 27 deputati”. Inoltre bisogna tenere conto anche dalla conformazione e dei raggruppamenti comunali. Infatti, in Italia su 5.638 comuni sotto i 5 mila abitanti 3.124 fanno parte di una comunità montana mentre 1.271 di una unione dei comuni. “Questa ulteriore evidenza” Sottolinea Fasciani, “induce a pensare che le comunità montane, in quanto già unioni di comuni, e in una sana prospettiva di governance dei territori, potrebbero diventare il perno di un nuovo e più efficace sistema dei servizi locali, questo anche rispetto alla costituzione di altre unioni o consorzi intercomunali”.
Inoltre,
il nuovo assetto territoriale, oltre alle prassi per così dire standard, come l’associazione dei servizi tecnici, sociali di anagrafe, protezione civile e altro, deve tenere conto anche delle nuove conquiste e possibilità arrivate dalle tecnologie informatiche. Le stesse che adeguatamente sfruttate, possono dare vita a dei risparmi notevoli in termini di tempo e costi. “Questi elementi” continua Fasciani “insieme ad delle quote minime di associazione, devono essere affrontate nei tavoli istituzionali tra Uncem, Anci e  sindaci, in modo da ridare corpo al processo avviato nel 2010 e che oggi ha portato anche ad una razionalizzazione delle comunità montane. Queste, nella loro nuova funzione potrebbero diventare dei punti di forza per i territori, realmente montani. Un fatto sostanziale e meno mediatico quindi, differente dalle assurde manovre per eliminare i piccoli comuni e tagliare i costi della politica dove, in realtà, i costi, non ci sono”.

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