PETTORANO SUL GIZIO - "
Esattamente a mezzanotte e 30 minuti dell’ormai prossimo 1 gennaio 2026, in piazza Zannelli, andrà in scena il tradizionale Concertino di Capodanno. Una occasione speciale perché si tratta del 101esimo anniversario di un appuntamento storico per la Valle Peligna e l’Abruzzo in generale. E torna in grande stile con una band che vedrà Michele Avolio come cantante, oltre a mastro Michele Ciccolella e Davide Di Censo, quest’ultimo originario di Pettorano, che vive attualmente in Francia e, fra le sue principali attività insegna il pianoforte al Conservatorio Popolare di Musica Danza e Teatro di Ginevra (Svizzera) dove esercita anche come pianista accompagnatore delle classi di danza.
Il vero deus ex machina dell’evento è Augusto De Panfilis, da sempre in prima linea a Pettorano per manifestazioni dal grande richiamo, col sindaco del Comune peligno, Antonio Carrara che ha voluto unire due pezzi fondamentali della storia del Concertino di Capodanno, Avolio e Ciccolella, a cui si è aggiunta la ‘freschezza’ e l’entusiasmo di Di Censo, con i pettoranesi e gli avventori che si troveranno a passare in quella che molti chiamano la terrazza d’Abruzzo, ovvero piazza Zannelli, che oltre ad essere spettatori, potranno aggiungersi al coro. La scaletta, ancora in via di definizione, prevede un excursus nella storia dei pezzi musicali dei Capodanni degli anni passati, una serie di brani eseguiti da Avolio, ma soprattutto la nuova canzone dedicata all’inizio del 2026 che ha un antefatto che vale la pena di essere raccontato. “Un anno fa, per una serie di circostanze, non venne fatto il Concertino di Capodanno in piazza a Pettorano, ma io, visto che si trattava del centenario, per mantenere intatta la tradizione, scrissi comunque il mio brano su questa notte speciale, e lo eseguì nel corso della serata all’interno del mio locale-racconta Michele Ciccolella, storico proprietario del ristorante ‘Il Torchio’-. Fu un successo che travalicò anche i confini visto che venne ripreso in dei video e diffuso attraverso i social. La scorsa estate Davide Di Censo, che seppe della canzone di Capodanno 2025, mi venne a trovare e mi regalò lo spartito di quel brano da lui trascritto. Io entusiasta per quel bellissimo gesto ho avuto lo spunto per preparare la canzone di quest’anno, di cui ho scritto le parole e che è stata musicata dallo stesso Davide, che è maestro di pianoforte a Ginevra. Il sindaco di Pettorano ha deciso così di creare questo evento, che si svolgerà in piazza Zanelli, mezz’ora dopo lo scoccare la mezzanotte”. In attesa dell’appuntamento del 1 gennaio, nel frattempo, in questi giorni il ristorante Il Torchio a Pettorano è diventato teatro delle prove dello stesso Concertino. “Offriamo ai nostri clienti una sorta di anteprima di quel che avverrà fra qualche giorno, e mia figlia Milena, fra cucina e servizio ai tavoli, si unisce a noi per fare da corista visto che anche per lei, pettoranese doc, questo è un appuntamento molto sentito” sottolinea ancora Michele Ciccolella. Ma perché è così importante la tradizione del Concertino di Capodanno a Pettorano? “Perché in questi 101 anni di storia si è sempre fatto, venendo interrotto solo nel periodo di guerra-spiega lo storico chef-. I nostri avi l’hanno sempre creata la canzone di Capodanno, e prima di noi in particolar modo le donne del paese andavano cantando di casa in casa facendo l’augurio per il nuovo anno alle amiche, alle comari e via di scorrendo. Poi Silvio Setta, che è stato il maestro di tutti i musicisti di Pettorano, ha voluto organizzare questo Concertino anche perché in paese c’erano diverse persone che sapevano suonare uno strumento: chi la tromba, chi il sassofono, chi il clarino. Silvio Setta capì che c’erano le condizioni per formare un’orchestrina e si creò l’appuntamento del Concertino di Capodanno. Il primo brano, nel 1925, si chiamava ‘Primi auguri’, e penso che lo canteremo anche nell’appuntamento che si terrà fra qualche giorno in piazza Zannelli”. “Il messaggio che vogliamo trasmettere con il Concertino di quest’anno è stimolare le nuove generazioni a proseguire questa tradizione, che altrimenti finirebbe. In questo senso il coinvolgimento di Davide Di Censo è un bell’esempio perché lui si è appassionato a questa cosa” ha concluso Ciccolella.
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