Un nemico per la verità non tanto ipotetico, visto che i governanti europei, compresi i nostri, hanno già “previsto” che la Russia ci attaccherà entro pochi anni. Per cui la parola d’ordine è: “dobbiamo prepararci”. Via libera, perciò, ad un programma di maxi-riarmo; alla reintroduzione della leva militare, per ora “volontaria” per non spaventare troppo; alla militarizzazione di tutto ciò che è militarizzabile. Naturalmente non c’è nessuna prova che la Russia ha in programma o ha convenienza ad attaccare l’Europa, ma i nostri governanti, presi dalla fobia della guerra, stanno facendo di tutto per convincerci che abbiamo il nemico alle porte. Con somma gioia dei produttori di armi e di tutti gli affaristi che ruotano intorno al complesso militare-industriale-finanziario.
Ma torniamo alla ferrovia Roma – Pescara. E’ fantasia che possa essere bombardata? No, perché’ è già successo nella Seconda guerra mondiale. A Sulmona, che della Pescara-Roma era ed è tuttora un nodo nevralgico, Il 27 agosto 1943 la stazione ferroviaria venne bombardata dagli aerei angloamericani che lasciarono sul terreno 104 morti. Ma Sulmona, in caso di guerra, dovrà fare i conti anche con altri due obiettivi militari strategici: il deposito militare di Monte San Cosimo (allora Dinamitificio Montecatini-Nobel), anch’esso bombardato lo stesso giorno della stazione, e la centrale Snam. La guerra tra Russia e Ucraina ci mostra che gli impianti energetici sono tra i più colpiti. Soprattutto se si tratta, come in questo caso, di una centrale al servizio di un mega gasdotto di 425 km.
Oggi la guerra è più micidiale rispetto al passato, non solo per la potenza distruttiva degli armamenti ma anche perché coinvolge sempre di più la popolazione civile. Ecco perché definire come strategiche determinate infrastrutture, che sono nate non per la guerra ma per funzioni sociali ed economiche, è una decisione pericolosa ed irresponsabile. Marsilio potrà essere pure convinto di aver avuto una brillante idea, per scucire denaro dal bilancio della Difesa. Ma si rende conto che, in questo modo, espone i cittadini abruzzesi che vivono lungo la tratta ferroviaria a gravissimi rischi? Certo, oggi il pericolo di una guerra non c’è; ma continuando a gridare “al lupo al lupo” e con la inaudita politica di riarmo in atto, che provocherà inevitabilmente una analoga risposta dall’altra parte, il rischio concreto è quello di una spirale incontrollabile che può portare l’umanità verso il baratro. E’ indispensabile, perciò, opporsi da subito a questa folle militarizzazione delle menti e dei territori. Il “servizio di leva volontario” del Ministro della Difesa Guido Crosetto non è altro che l’anticamera del ripristino del servizio militare obbligatorio.
Contro i venti di guerra che soffiano forte sull’Europa il Movimento Nonviolento ha lanciato la “Campagna nazionale di Obiezione alla guerra e alla sua preparazione”. Tutti, giovani e adulti, possono sottoscrivere su appositi moduli una dichiarazione preventiva di obiezione di coscienza. Non è una semplice petizione ma una assunzione di responsabilità. La richiesta politica è di costituire un albo nazionale degli obiettori di coscienza che, nel rispetto del dettato costituzionale, ripudiano la guerra e non intendono partecipare in alcun modo ad essa. I moduli firmati saranno inviati alle autorità preposte e in primo luogo al Presidente della Repubblica che è anche il capo delle forze armate".
Mario Pizzola
(Movimento Nonviolento – Sulmona)
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